Da accusato a pentito. Antonio Panzeri, ex europarlamentare in carcere a Bruxelles da oltre un mese per l’inchiesta sul Qatargate, ha deciso di collaborare con la giustizia belga. La scelta è stata ufficializzata con un “memorandum” firmato oggi dall’ex esponente del Pd e di Articolo Uno e dalla Procura federale belga, la stessa che aveva ordinato l’arresto del politico italiano lo scorso 9 dicembre.
Un anno di detenzione
L’accordo prevede “una condanna a cinque anni, ma con sospensione condizionale della pena per la parte eccedente un anno”, ha dichiarato all’Afp l’avvocato di Panzeri, Laurent Kennes. “Subirà un anno di detenzione, parte del quale con il braccialetto elettronico”, ha aggiunto il legale. Tuttavia per il politico italiano scatterà anche “una multa e la confisca di tutti i benefici patrimoniali acquisiti, attualmente valutati in un milione di euro”, ha reso noto la Procura federale in un comunicato. Con la firma di oggi Panzeri “si impegna ad informare gli inquirenti e la giustizia in particolare su: il modus operandi, gli accordi finanziari con terzi, le strutture finanziarie poste in essere, i beneficiari delle strutture poste in essere e i vantaggi offerti, il coinvolgimento di persone conosciute o non ancora conosciute nel caso, compresa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto”.
Il pentito
La Procura ha precisato che il memorandum firmato dall’ex europarlamentare riguarda la legge sui pentiti dell’ordinamento belga. “Si tratta, da parte dei pentiti, di un impegno a rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete circa la partecipazione di terzi e, ove applicabile, la propria partecipazione, in relazione ai reati contemplati dal predetto fascicolo”, ha sottolineato la Procura. “È la seconda volta nella storia giudiziaria belga, dall’entrata in vigore della cosiddetta legge ‘pentiti’ (con riferimento alla legge italiana che consente le indagini sulle mafie) che questa procedura si è conclusa con la firma di un memorandum”, conclude la nota.
I socialisti chiedono a Cozzolino di lasciare il gruppo o sarà espulso
Le prime ammissioni
Poco prima che la Procura belga rendesse pubblico il memorandum firmato con Panzeri, il giornale locale L’Echo ha riportato il contenuto di un documento allegato alla richiesta di revoca dell’immunità dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella. Si tratta del verbale di un interrogatorio risalente al 10 dicembre nel quale Panzeri avrebbe spiegato agli inquirenti di aver dato più di 120mila euro in contanti a Tarabella per il suo aiuto nelle questioni legate al Qatar. La casa dell’eurodeputato belga di origini italiane è stata perquisita il giorno dopo, l’11 dicembre, quando gli inquirenti non trovarono alcuna traccia dei contanti. “Questo non cambia nulla per il mio cliente. Lui nega di averli ricevuti”, è statala replica dell’avvocato di Tarabella alle domande de L’Echo. Su Tarabella, così come sull’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino, pende una richiesta di revoca dell’immunità.