Tra vigneti e filari di cipressi secolari ecco come rinasce un antico podere di famiglia
La richiesta da parte dei committenti è stata chiara sin da subito. Lui, un collezionista d’arte con la passione per il bello e il ben fatto. Lei, un’artista libera, dalla vocazione indipendente. Entrambi torinesi, ma nomadi per lavoro, «avevano il bisogno e l’esigenza di avere un ampio spazio dedicato all’accoglienza. Un luogo in cui ospitare amici e parenti in visita», spiega l’architetto Eva Grosso. Per questa ragione, la zona dedicata al living è stata studiata come punto centrale del progetto. Qui infatti, a fare bella mostra di sé all’interno di un ambiente pulito e minimale incorniciato da bianche pareti, sono mobili e complementi d’arredo che donano un tocco contemporaneo all’ambiente. La cucina è stata infatti realizzata laccando dei vecchi elementi del Novecento, restaurati attraverso una tonalità di rosa acceso, «il colore preferito della stessa proprietaria», sottolinea l’architetto che, in qualche modo, riprende un po’ le tonalità del Viva Magenta. Il Color of the Year scelto da Pantone Color Institute, ovvero l’autorità nel mondo cromatico che da oltre vent’anni indica la nuance che rappresenterà l’anno successivo e contaminerà vari settori tra cui moda, interior design, disegno industriale, graphic design. Ma, a parte il tocco di colore nella zona giorno, per il resto la villa si presenta quasi spoglia, priva di qualsivoglia decoro. L’attenzione principale ricade così sull’elemento di illuminazione, per creare un rapporto tra interno ed esterno in cui, «le grandi finestre si trasformano in veri e propri quadri che lasciano penetrare la luce».