Questa villa incredibile sembra una moderna grotta di Aladino

Una villa incredibile a Calcutta, India. Parliamo dell’insolita casa di Alok e Tripti Goyal, che non è una grotta, ma potrebbe esserlo. Con le sue pareti ondulate, nicchie che evocano i camini delle fate, e soffitti che si incurvano verso l’alto e verso il basso (e poi di nuovo verso l’alto), non c’è nulla che faccia pensare che in realtà si tratta si una dimora in città. “L’idea era di creare uno spazio confortevole in cui ci si sentisse accolti,  a proprio agio”, affermano Pooja Bihani e Nitin Barchha, i fondatori, rispettivamente, di Spaces and Design e Studio Humus, che hanno collaborato all’insolito progetto. In quanto imprenditori che si occupano della produzione di barre in acciaio e TMT, i Goyal speravano in un design che facesse riferimento alla loro vita quotidiana, un piccolo omaggio, per così dire, alle loro attività. Per Bihani e Barchha non c’era una risposta ovvia. Ma la soluzione più semplice, a quanto pare, consisteva nello sperimentare con il cemento: “Valeva la pena provare”, dice ridendo Bihani. Subito dopo è nata l’idea della caverna.

Stupefacenti arredi curvilinei

Questa villa incredibile non ha nulla di primitivo, anche se l’arredamento sembra quello di una caverna. Una scala elicoidale sale come un enorme Slinky, mentre colonie di uccelli in bianco e nero decorano le pareti, che sembra vogliano librarsi in volo. Poco distante, accanto alla scala, un piccolo bagno ospiti è stato creato in una struttura a forma di conchiglia a grandezza naturale che potrebbe provenire davvero dall’oceano.

Per una casa di questa scala e di queste caratteristiche, le sfide che si sono affrontate sono state davvero particolari: “All’inizio siamo andati a tentoni”, ricorda Bihani. “Essendo un medium nuovo, le sfide nella valutazione o nell’esecuzione della geometria delle strutture si presentavano continuamente”.

Connessioni in cemento

Per mantenere l’involucro leggero, Barchha ha compartimentato gli spazi: “Quando abbiamo realizzato le forme dalle pareti al soffitto, le abbiamo collegate su tutti i lati in modo che il carico fosse distribuito uniformemente. Con aree a doppia altezza in alcuni punti, aveva senso collegare tutti i livelli e ridimensionare lo spazio”, spiega Barchha, aggiungendo che lui e Bihani hanno trascorso molti giorni a cercare di capire come far apparire le stanze senza soluzione di continuità, date le restrizioni della struttura.

Fortunatamente, gli sforzi sono stati ripagati e il risultato è davvero straordinario: forme spoglie, finiture frattazzate e stanze sferiche. Per mantenere la palette di colori al minimo e gli spazi senza soluzione di continuità, i progettisti hanno impiegato solo pochi materiali: microcemento, pietra composita e teak massiccio di Birmania. Per quanto riguarda la tecnica, il ferrocemento è stato utilizzato per formare le pareti, i soffitti e le scale: “Ogni spazio sferico è un guscio di ferrocemento inserito all’interno di un cuboide o di un cubicolo, in modo da essere libero da pareti periferiche”, spiega Barchha. Bihani aggiunge che questo aiuta anche a isolare dal calore.

La casa è un luogo di evasione, e per molte ragioni: “È una fuga dalla vita di città, verso un’epoca un cui si viveva in modo più semplice”, dice Barchha. “I nostri antenati hanno abitato nelle caverne per milioni di anni e hanno associato le forme curvilinee al calore e alla sicurezza”. Come dargli torto.

Articolo pubblicato su AD India, adattato da Paola Corazza,