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Salari, Capone (Ugl): prioritario taglio del cuneo fiscale per difendere i lavoratori dall’inflazione.

“Preoccupa il fenomeno della progressiva svalorizzazione del lavoro e la perdita del potere d’acquisto dei salari. L’indagine dell’Istat “Reddito e condizioni di vita” fotografa un allarmante impoverimento dei lavoratori la cui retribuzione netta si è ridotta del 10% tra il 2007 e il 2020. L’aumento vertiginoso dell’inflazione, peraltro, ha acuito le disparità sociali incidendo in maniera significativa sui consumi delle famiglie. Al contempo, nel nostro Paese, il cuneo fiscale e contributivo continua a restare elevato superando il 45% del costo del lavoro nel 2020. A pesare sui redditi medi è la parte relativa alla tassazione dello Stato, pari circa al 25% della retribuzione. A essa si sommano le tasse regionali e comunali che ammontano fino al 2%. Attraverso una riduzione consistente del cuneo fiscale, dunque, sarebbe possibile rendere la busta paga più solida, rilanciando i consumi grazie a un surplus di retribuzione. È necessario, pertanto, intervenire attraverso una riforma complessiva del fisco che riduca in maniera strutturale il peso della tassazione sul lavoro per difendere i salari dei lavoratori dall’impatto drammatico dell’inflazione e incentivare, così, nuove assunzioni”.

Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle misure necessarie a tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori.

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