Il prefetto di Milano ha chiesto al sindaco Sala di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie Lgbt. A luglio il Comune aveva iniziato a rilasciare i certificati anagrafici.

Stop ai certificati anagrafici del comune per i figli di coppie Lgbt

Prefetto di Milano Renato Saccone e il sindaco Beppe Sala – Ph Credit La Presse

Il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha chiesto al comune di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli di coppie dello stesso sesso. In caso contrario dovrà intervenire la Procura per annullarle. Gli atti già rilasciati in passato resteranno validi. Da luglio infatti, Beppe Sala aveva iniziato a formare certificati anagrafici con due madri.

Il sindaco aveva già informato dal palco del Pride milanese quale sarebbe stata la sua iniziativa. Aveva spiegato infatti che sarebbe intervenuto in prima persona, usando i suoi poteri di capo dell’ufficio di stato civile, per colmare il vuoto di legge lasciato dal governo e dal parlamento sulle famiglie Lgbt. In quella stessa occasione, come riportato dal Corriere della Sera, aveva detto:

Quando gli altri non si muovono, devo sentire il dovere di fare la mia parte

Adesso arriva lo stop imposto dal prefetto sulla base della sentenza di dicembre scorso della Corte di Cassazione. Il giudizio impone che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata possono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori solo con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice e non con la trascrizione diretta all’anagrafe.

Sollecito di interrompere il riconoscimento pure per i nati in Italia

Come anticipato dal Corriere della Sera, quella firmata da Saccone non si limita a trasmettere le indicazioni del governo sui bambini nati con la surrogata all’estero, ma in un approfondimento la Prefettura ha portato a sollecitare il Comune a interrompere i riconoscimenti anche dei figli di due madri nati in Italia, riservandosi di dare indicazioni su quelli nati all’estero da due donne. Nella circolare della prefettura si legge:

Alla luce del divieto per le coppie composte da soggetti dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, il solo genitore che abbia unlegame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia. Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata, attestanti il riconoscimento di filiazione nei confronti del genitore d’intenzione, privo di legame biologico col minore.

La circolare specifica che nell’atto di nascita può essere menzionato solo il genitore che ha un legame biologico con il figlio. Ed è esclusa la trascrizione di atti di nascita formati all’estero se riconducibili alla pratica della maternità surrogata dove viene riconosciuto un genitore senza legame di sangue con il neonato. Al momento sull’argomento, visto appunto il vuoto normativo, si attende il parere dell’Avvocatura Generale dello Stato.

Simona Alba

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