Condanna all’ergastolo, con 10 mesi d’isolamento diurno, per Cristoforo Aghilar, a giudizio per l’omicidio della 58enne Filomena Bruno, madre della sua ex fidanzata, uccisa con almeno 6 coltellate, sul pianerottolo della sua abitazione, a Orta Nova (Foggia) , nel pomeriggio del 28 ottobre 2019. È quanto stabilito quest’oggi, dalla Corte d’Assise di Foggia (presidente Mario Talani), per il 39enne reo-confesso di Orta Nova, attualmente detenuto al carcere di Livorno, dal quale era collegato in videoconferenza. Il verdetto è stato letto alle 12.15 di oggi, dopo circa due ore e mezzo di Camera di Consiglio: Aghilar è stato condannato per omicidio volontario; contestate le aggravanti della premeditazione e stalking nei confronti della famiglia Bruno, nonché il tentato omicidio per l’agguato fallito avvenuto nel bar Number One, pochi giorni prima del fatto di sangue.
Pubblica accusa (pm Rosa Pensa) e parti civili (avvocato Michele Sodrio) avevano richiesto per l’imputato la massima pena, riconoscendo a quest’ultimo anche le aggravanti della premeditazione e di stalking a carico dell’intera famiglia Bruno. Circostanze, queste ultime, duramente respinte dalla difesa (avvocato Marco Merlicco) durante la discussione. Le repliche, quest’oggi, sono state esposte dal procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, in aula insieme ai vertici dell’Arma provinciale. “Ricorrono le due aggravanti che portano all’ergastolo, ovvero premeditazione e stalking, senza dimenticare che il delitto è stato commesso – come aggravante ulteriore – durante la latitanza”. “Non c’è quindi spazio alcuno per la concessione di attenuanti che possano in qualche modo neutralizzare le aggravanti”, ha sottolineato il procuratore. “Per questo”, ha concluso, “la legge impone a me di chiedere l’ergastolo e a voi giudici di comminarlo”.
Il processo, lo ricordiamo, è iniziato a gennaio 2021 ed è andato avanti in maniera spedita dinanzi alla Corte D’Assise di Foggia. Circa una trentina i testi ascoltati nel corso delle varie udienze, tra militari coinvolti nell’inchiesta, familiari e conoscenti di imputato, vittima e persone a loro vicine. Riconosciuta anche una importante provvisionale (complessivamente oltre 470mila euro) alle parti civili. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni dalla lettura del dispositivo.