Uno stile unico
Wally Koval, autore di Accidentally Wes Anderson, lo dice meglio: “Quando lo vedi, lo capisci subito: che si tratti di linee simmetriche, di tinte pastello, di una composizione immacolata o di una bellezza che non riesci a descrivere, Wes Anderson ha uno stile che è immediatamente riconoscibile nei suoi film”. Il libro, che nasce dall’omonimo account Instagram, 1,7 milioni di follower, rende omaggio alle numerose ambientazioni (hotel, treni, barche, fari, ecc.) la cui estetica è affine a quella di Wes Anderson. Va detto che il regista americano coltiva uno stile molto particolare nelle sue opere, in particolare nei film I Tenenbaum, Grand Budapest Hotel o Il treno per il Darjeeling; il suo stile affascina i fan che, in tutto il mondo, fanno a gara nello scoprire luoghi “accidentally Wes Anderson”.
Le ossessioni décor di Wes Anderson si fondano su codici molto specifici: linee grafiche, simmetrie quasi perfette, colori a contrasto mescolati fra loro, e insoliti (le pareti rosso vermiglio de I Tenenbaum, la facciata rosa confetto di Grand Budapest Hotel…); ma anche luoghi che, in un’ottica di continuità con il resto del mondo, sono in grado di creare un’atmosfera di grande suggestione (il micro sottomarino de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, la pasticceria monocromatica di Grand Budapest Hotel…). Wes Anderson sembra anche essere un fan del massimalismo: carte da parati stile rococò e un trionfo di oggetti ne I Tenenbaum, giallo monocromo in Hotel Chevalier, pareti ricoperte di cornici in The French Dispatch… Un universo ricco, con molteplici riferimenti vintage, come un cabinet de curiosité.
15 ristoranti in stile Wes Anderson
Se l’estetica di Wes Anderson spopola su Instagram e ispira molti interior designer, alcuni di questi sono impregnati di questo stile decorativo molto specifico, senza che il regista c’entri nulla (o quasi). AD ha selezionato per voi i ristoranti che, per il loro arredamento originale, potrebbero apparire nei suoi prossimi film.
Il più recente nella nostra lista è Josette, un ristorante francese a Dubai progettato dal designer britannico Luke Edward Hall, “un ristorante colorato e giocoso, ma allo stesso tempo raffinato ed elegante”. L’arredamento si ispira a quello delle brasserie francesi, all’architettura barocca e al glamour di Parigi e Londra negli anni Venti e Trenta. Il rosa confetto delle pareti, caro a Wes Anderson, ci riporta a quello della casa di The French Dispatch o della pasticceria di Grand Budapest Hotel.
A Stoccolma, la Soho House ha inaugurato di recente. La location, particolarmente insolita, è una chiesa sconsacrata. Gli organi giganteschi, le volte e le vetrate hanno rappresentato una sfida per il team incaricato di rinnovare degli interni, ma di certo avrebbero affascinato Wes Anderson, appassionato di edifici storici. La villa dei Tenenbaum o il Grand Budapest Hotel, con il loro spirito a volte neoromanico, a volte fiabesco, ne sono un esempio.
È impossibile non citare il nuovo arredamento della della galleria-brasserie The Gallery all’interno del ristorante londinese Sketch di India Mahdavi. Il “calore” è la chiave dell’atmosfera ricercata dalla designer franco-iraniana, con l’aiuto dei toni del rame e dell’oro presenti in tutto l’ambiente, oltre che delle panche giallo canarino. Come non pensare alla stanza tutta gialla di Natalie Portman nel cortometraggio di Wes Anderson Hotel Chevalier, girato all’Hôtel Raphaël di Parigi?
Da Mondaine Paris, un ristorante dal mood giocoso arredato da Daphné Desjeux, si ha l’impressione di essere proiettati nella grande sala del Grand Budapest Hotel: velluto rosso, soppalco, grandi lampadari, piante esotiche e sedute rivestite di tessuti stampati. L’architetto ha voluto che fosse una reception chic e vintage, con un’atmosfera anni ’80: un periodo caro a Wes Anderson, che lo celebra attraverso i set di diversi suoi film, tra cui I Tenenbaum, in cui vediamo stampe animalier, (la carta da parati zebrata nella stanza di Margot), proprio come al Mondaine.
Il Bel Mondo, a Londra, vanta una palette di colori vivaci e audaci, tipici dell’estetica di Wes Anderson. Il pavimento è un tappeto floreale, come i tappeti vintage di Moonrise Kingdom. “Un mix perfetto tra un palazzo estivo sul lago di Garda e l’appartamento da scapolo di un ragazzo cool degli anni ‘80” il Bel Mondo ha un’atmosfera gioiosa e giocosa. L’atmosfera del Bel Mondo è gioiosa, giocosa, d’altri tempi, come quella di un film; si pensa anche a Il treno per il Darjeeling e al suo arancione luminoso, proprio come le poltrone del Bel Mondo.
Al bar del Pink Mamma, a Parigi, il verde oliva è protagonista. Un verde stranamente simile a quello dell’interno della barca in Le avventure acquatiche di Steve Zissou, anch’essa arricchita di elementi dorati e oblò rotondi che ricordano le lampade a sfera del Pink Mamma, concepito come una trattoria toscana. Il locale ha un’atmosfera particolarmente cinematografica, con un bancone di rame arrotondato e un’illuminazione d’antan.
Banacado, a Stoccolma, è il connubio perfetto tra l’eccentrico barber shop rosa confetto di Grand Budapest Hotel e il minimalismo anni ‘50 del film d’animazione Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson. La caffetteria svedese, con la sua perfetta simmetria – fino ai dettagli decorativi – offre “un ambiente dinamico, caldo e piacevole”che senza dubbio piacerebbe al regista americano.
Arancio acceso, divani gold e decori barocchi: Makoto, a Miami, sembra la gelateria vista nel film I Tenenbaum, dove si vede Margot concedersi una coppa di gelato. Riconosciamo lo stile di India Mahdavi, che ha creato “un’idea femminile di ristorante giapponese”: morbido, caldo, quasi irreale con questi colori zafferano, corallo, motivi floreali massimalisti… Il tutto per ricreare “la luce di un tramonto sulla spiaggia”.
India Mahdavi ha progettato anche questo locale che ha molte affinità con lo stile di Wes Anderson. La sala da tè di Ladurée a Tokyo“è la storia di una Maria Antonietta del XXI secolo che ci porta nel suo giardino di delizie”. Poltrone di vimini, tavoli disegnati come meringhe: “un viaggio sensoriale ultra-contemporaneo” il cui universo è incentrato sul piacere. Anche in questo caso, il verde evoca la barca de Le avventure acquatiche di Steve Zissou e le forme giocose quelle del Grand Budapest Hotel.
Poltrone in pelle, macchine da scrivere vintage, libri e cornici alle pareti… Siamo nell’ufficio del preside in Rushmore, o piuttosto al Bar Hemingway del Ritz di Parigi? Una vera istituzione parigina, una leggenda, il bar è dedicato allo scrittore americano e ha un’atmosfera simile a quella del film, opera seconda di Wes Anderson (1998). E qui si possono individuare le prime ossessioni stilistiche del regista.
Al Connaught Mayfair di Londra, la Red Room sembra quasi modellata sulla reception del Grand Budapest Hotel: curve arrotondate, elementi in rame e soprattutto un arco luminoso il cui rosa, prolungato dalla barra di onice, contrasta con il rosso laccato sottostante. “Morbide nuance crema, rosa e blu perlati formano una palette rilassante, accentuata dalle scenografiche opere rosse”, spiegano dalla struttura. Il tutto progettato da Bryan O’Sullivan, con l’obiettivo di creare un ambiente “avvolgente”.
Indubbiamente il bar nella lobby del Graduate Hotel di Seattle ha molto successo fra i fan di Wes Anderson: è stato condiviso dall’account Instagram @accidentallywesanderson. L’hotel, che negli anni ‘30 era una delle strutture più prestigiose degli Stati Uniti, è stato ridisegnato in chiave contemporanea dall’interior designer Robert Reamer. Il divano in stile vintage fa pensare a quello de I Tenenbaum; ma la geometria delle forme e la simmetria dell’insieme conferiscono al luogo un’anima decisamente à la Wes Anderson.
Questo è il Nickel Bar di Londra, dall’atmosfera decisamente Art Déco. Mentre le colonne di marmo verde, gli sgabelli in pelle e le lampade a sospensione ricordano la sala di ricevimento della nave in Le avventure acquatiche di Steve Zissou, le panche allineate come quelle di un treno ricordano Il treno per il Darjeeling. Le forme e i motivi vintage e gli elementi decorativi color rame ricordano più una carrozza ferroviaria che un bar.
Benvenuti da Cecconi’s a Barcelona. Lo sguardo è subito attratto dal magnifico soffitto di vetro, da cui pendono antichi lampadari. La maestosità del locale, sempre nello spirito dell’Art Déco, è degna delle più belle location dei film di Wes Anderson, come la villa dei Tenenbaum. Al bar, gli intarsi e le lampade sembrano rendere omaggio al Grand Budapest Hotel.
Concludiamo la nostra selezione con il Bar Luce della Fondazione Prada a Milano. Se questo locale sembra così simile a un set di Wes Anderson, è perché è stato pensato dallo stesso regista, nel 2015. “L’approccio che ho usato per progettare questo bar è esattamente l’opposto di quello che uso di solito per i set dei miei film”, dice il regista. Tuttavia, la scelta dei colori, l’uso della formica e il design degli arredi rimandano all’estetica italiana degli anni ‘50 e ‘60, che ha ispirato anche il suo cortometraggio Castello Cavalcanti del 2013.
Articolo pubblicato su AD Francia, adattato da Paola Corazza.