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Zona rossa, l'ex sindaco di Nembro ai pm: “Gli industriali chiamavano spesso, ma niente pressioni” – BergamoNews

Sulla zona rossa, dice, avrebbe accettato qualsiasi decisione. I pochi dati in suo possesso, del resto, non gli consentivano di prendere decisioni di così grande impatto. Avrebbe accettato qualsiasi decisione, “nella consapevolezza degli effetti sulla produzione aziendale della Val Seriana”. A quel punto, però, gli inquirenti chiedono all’ex sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, qualche spiegazione in più.

“Posso fare l’esempio di una delle principali industrie del mio Comune, la Persico Spa, che lavora molto con l’estero. Il blocco degli accessi avrebbe determinato di fatto l’impossibilità di rispettare i termini di consegna previsti a favore di committenti anche di altri Paesi, ma il problema avrebbe riguardato anche la Cugini, la Gandossi e la Fassi. Da fine febbraio e sino a tutta la prima settimana di marzo – ammette l’ex primo cittadino – ho avuto contatti telefonici con Pierino Perisco“, che definisce un suo amico.

Nei giorni della mancata zona rossa all’imprenditore furono addebitate presunte ingerenze (mai confermate) per non fare approvare le restrizioni. “Più volte – prosegue Cancelli – mi ha rappresentato le sue preoccupazioni, con particolare riferimento ai rapporti commerciali con l’estero”. Gli chiedeva anche se la zona rossa avrebbe comportato limitazioni agli accessi per i tanti dipendenti che abitano ad Albino. “In ogni caso – assicura – Persico non mi ha chiesto di contattare alcun politico locale o nazionale né di farmi portavoce delle sue preoccupazioni relative ad impatti sulla produzione della zona rossa”.

Di non avere esercitato “alcuna pressione per non fare istituire la zona rossa – lo dichiara lo stesso Persico ai pm il 3 giugno 2020, come emerge dai verbali agli atti della procura di Bergamo -. Ho semplicemente espresso le mie preoccupazioni, atteso che se non consegnavo i materiali sarei stato soggetto a danni milionari”, con possibile ricadute anche a livello occupazionale.

Altri imprenditori, ha dichiarato Cancelli, gli mandavano “mail quasi ogni giorno”, ma soltanto per chiedere se ci fossero o meno novità sulla zona rossa. Così ha riferito l’ex sindaco, che si sarebbe limitato a commentare l’eventuale impatto delle restrizioni sul tessuto industriale della valle, aggiungendo che “laddove altri Enti l’avessero istituita sarebbe stato necessario farla subito, altrimenti sarebbe risultata poco efficace”.

Chi, invece, ha ammesso di avere esplicitamente chiesto al governatore Attilio Fontana di non creare la zona rossa è Marco Bonometti, ex presidente di Confindustria Lombardia, anche lui convocato come testimone in piazza Dante il 3 giugno 2020. Nel verbale di cinque pagine, l’industriale bresciano disse che “Regione Lombardia era d’accordo con noi nel non istituire le zone rosse, ma nel limitare le chiusure alle sole aziende non essenziali”.

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