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14 mostre d’arte da vedere a marzo in Italia

14 mostre d’arte da vedere a marzo in Italia

Scriveva Pablo Picasso, di cui si celebrano quest’anno i 50 anni della scomparsa, che “ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione”. Le mostre d’arte di questo mese rendono omaggio al suo pensiero con una selezione di eventi ed esposizioni che celebrano personalità carismatiche, anticonformiste, di rottura, capaci di sfidare il proprio tempo con opere fuori dagli schemi. Accade negli anni ’60, quando l’arte newyorkese fonde e confonde underground e Pop Art, cultura elevata e subculture di nicchia. Torna come leitmotiv nei lavori di grandi donne che hanno scardinato le regole con un linguaggio personalissimo, come dimostrano le opere di Frida Kahlo e Lee Lozano. O quelle dell’italiana Lucia Pescador, capace di spaziare nell’inventario della memoria individuale e collettiva. Pensiamo poi ai talenti più giovani, con le voci di Pietro Ruffo e Andriu Deplazes, che lavorano su temi di impatto sociale. E ancora loro sono protagonisti del Premio Arte Laguna, di scena all’Arsenale Nord di Venezia, con tanti creativi tutti da scoprire. E poi vi invitiamo a conoscere una fiera del tutto anticonvenzionale – (un)fair – che, oltre a presentare nuovi attori della scena contemporanea, ci invita a sperimentare nuovi modi di vivere l’arte. Da non dimenticare, infine, dal 3 al 5 marzo, il ricco palinsesto di Milano MuseoCity, con tante proposte rivolte a un pubblico di tutte le età. In chiusura una significativa rassegna fotografica di Julia Krahn dedicata alle “guardiane della pace” ucraine.

(un)fair

Superstudio Maxi, Milano

dal 3 al 5 marzo

Reasoned Art Alvar Aaltissimo, Casa di un collezionista di Meme sull’arte, Courtesy The artist.

“Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione”. Lo sapeva bene Pablo Picasso, di cui si celebra quest’anno il 50esimo anniversario della scomparsa. Così (un)fair si pone l’obiettivo di trasformare il modo di percepire e vivere l’arte, rompendo gli schemi tradizionali per favorire nuovi rapporti di interazione tra pubblico, collezionisti e mercato dell’arte. Partecipano 70 gallerie internazionali, con progetti selezionati nel segno di inclusione, parità di genere, sostenibilità. Alla sua seconda edizione, la fiera-non-fiera d’arte contemporanea arricchisce il programma entertainment con la pratica dello yoga, condotta da insegnanti specializzate. L’iniziativa itinerante Yog-Art nasce, infatti, per avvicinare le persone all’arte attraverso lo yoga.

Discorivoluzione 

PAC, Milano

dal 3 al 5 marzo 2023

Mural by Keith Haring in the Palladium, 1985 Photo © Timothy Hursley, Garvey Simon Gallery.

Per 72 ore gli spazi del PAC si trasformano in una discoteca: succede in occasione di Milano MuseoCity, complice una mostra-evento che rilegge lo scenario del clubbing con una serie di installazioni site-specific. Il plus? Di notte gli stessi spazi si animano grazie agli eventi musicali. È la sfida di DISCORIVOLUZIONE, ideata da Politecnico, Padiglione d’Arte Contemporanea e Le Cannibale. Dai mitici Sixties musica elettronica, danza, dress code, affermazione della propria identità e lotte per i diritti civili trasformano questi luoghi in territori di sperimentazione di un nuovo ecosistema del cambiamento. 

Lucia Pescador. Africa per sentito dire e varia umanità 

APALAZZOGALLERY – Brescia

dal 4 marzo 2023

Un’opera di Lucia Pescador. Courtesy The artist/APALAZZOGALLERY.

“Tante immagini, troppo vicine, si sovrappongono, come quando un’orchestra accorda gli strumenti. Ma se si ha la pazienza e si continua a guardare e sentire anche distrattamente, può uscire un canto unico. La voce del coro”. Parole di Lucia Pescador (Voghera, 1943), artista poliedrica il cui lavoro, di matrice concettuale e incentrato sulla memoria, è protagonista di una personale a cura di Marta Sironi. In mostra opere dagli anni Novanta a oggi, il periodo in cui Pescador lavora al suo personalissimo Inventario del Novecento con la mano sinistra. Risultato: un “archivio” visivo  (e non solo) intessuto di frammenti di culture – dall’Europa all’Africa all’Oriente – riunito su pagine di libri, quaderni, fatture, registri commerciali e carte che registrano, silenziose, il “rumore del Novecento”.

Nina Carini. Aperçues

Basilica di San Celso, Milano

dal 7 marzo al 15 aprile 2023

Nina Carini, Galassia 11, 2021 – 2022. Courtesy The Artist.

L’arte di Nina Carini (Palermo, 1984) approda a Milano: un percorso per installazioni che combina materia e spiritualità, in dialogo armonico con l’architettura della Basilica di San Celso. La mostra “Aperçues”, che deve il suo titolo all’omonimo volume di G. Didi-Huberman, traccia un percorso  negli spazi del luogo religioso spingendosi oltre i confini del visibile nell’esplorazione di nuovi strumenti e media espressivi. Ai lavori concepiti ad hoc si affianca un’opera della collezione di Enzo Nembrini. 

Lee Lozano. Strike

Pinacoteca Agnelli, Torino

dall’8 marzo al 23 luglio

Lee Lozano, No title, c. 1963, © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth. Ph. Barbora Gerny.

Prima retrospettiva italiana dell’artista newyorkese Lee Lozano (1930-1999), figura chiave della scena newyorkese anni degli anni Sessanta al 1972. Sono questi gli anni più prolifici della sua carriera: formatasi a Chicago, Lozano si trasferisce in seguito a New York, dove dà spazio alla sua poliedrica creatività  attraverso la pratica pittorica cui affianca una dimensione concettuale. Personalità appartata, rigorosa e lontana dal mainstream dell’epoca, viene ora riscoperta attraverso una rassegna che, per la prima volta, illumina le diverse fasi del suo lavoro. “Strike”, a cura di Sara Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, raccoglie disegni e dipinti di matrice espressionista; dalla serie Tools fino ai Language Pieces, che segnano il passaggio alla sintassi concettuale del suo lavoro che si chiuderà nel 1972 con Dropout Piece, una fase, quest’ultima, che coincide con il suo abbandono definitivo della scena artistica. Prossima tappa della mostra, la Bourse de Commerce – Collezione Pinault di Parigi (20 settembre 2023-12 febbraio 2024). 

Warhol Haring Basquiat

Palazzo Belloni, Bologna

dall’11 marzo al 18 giugno 2023

Chitarra con autografo di Diana Ross e Andy Warhol LP Silk Electric 1982. Courtesy Palazzo Belloni, Bologna.

Per la prima volta in Italia, la mostra che racchiude le opere più iconiche di Warhol, Haring e Basquiat: il padre della Pop Art e i suoi due figli spirituali. Un sodalizio che nacque nel mondo della musica e dei club della New York underground anni ’80, quando l’arte “avveniva” di notte. La mostra nasce proprio con l’intento di ricostruire il clima di creatività che si poteva respirare nei luoghi di incontro dove i tre artisti trasformarono i loro eccessi in arte. In mostra l’esemplare originale e firmato da Warhol della copertina del vinile The Velvet Underground & Nico by Andy Warhol, e le polaroids originali che ritraggono i principali artisti musicali con cui Warhol instaurò un rapporto di lavoro e amicizia. Nel percorso espositivo tutte le principali cover musicali realizzate dal Haring e la cover più celebre disegnata da Basquiat, Beat Bop, realizzata in collaborazione con il suo amico artista Rammellzee. 

Arte Laguna Prize

Arsenale Nord, Venezia

dall’11 marzo al 16 aprile

Stefan Seffrin, Der Psychonaut, courtesy The Artist/Arte Laguna Prize.

Siete Instancabili artlovers sempre alla ricerca di nuove talenti? Per scoprire le istanze più attuali del mondo dell’arte torna Arte Laguna Prize (dal 2021 a cadenza biennale), con l’esposizione di 240 opere, di altrettanti artisti provenienti da oltre 50 Paesi. Il premio, a cura di Luca Beatrice, presenta ora la mostra dei finalisti della 16ᵃ e 17ᵃ edizione, con opere selezionate per ciascuna delle 10 categorie del concorso: pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, arte urbana e street art, art design.  I vincitori – che saranno proclamati durante l’inaugurazione della mostra, sabato 11 marzo – sono stati selezionati da una giuria di esperti tra gli oltre 20mila candidati. 

Wicons. Wine+Icons
Torre Fornello, Ziano Piacentino
dal 12 Marzo al 17 Aprile 2023

Torre Fornello, Ziano Piacentino. Photo courtesy Torre Fornello.

Dalla purezza dell’abbraccio di Dakota Johnson e Tilda Swinton alla luce divertita che brilla negli occhi acuti di Bernardo Bertolucci: lo star System del mondo dello spettacolo è raccontato in una galleria di ritratti iconici la cui forza è racchiusa nella sorprendente essenzialità. “Wicons” è una selezione di volti famosi che scandiscono i momenti più significativi dalla brillante carriera internazionale della fotografa Annalisa Flori, regalando al visitatore un viaggio nel mondo dello spettacolo attraverso una conturbante carica emotiva che scaturisce da sguardi, pose ed espressioni in grado di arrivare senza mediazioni al cuore di chi osserva. Il progetto nasce dall’incontro con Enrico Sgorbati, che, innamorato dell’idea, decide di ospitare la mostra nei suggestivi locali di Torre Fornello.

Giuseppe Penone. Gesti Universali

Galleria Borghese, Roma

Dal 14 marzo al 28 maggio 2023

Giuseppe Penone, Pensieri di foglie, 2014. Photo © Archivio Penone.

Con Giuseppe Penone. Gesti Universali**, a cura di Francesco Stocchi, la Galleria Borghese torna al dialogo con il contemporaneo**, grazie a una mostra che è un tributo alla vitalità della scultura e un omaggio a un Maestro dell’Arte Povera. Sono 36 le opere  esposte, realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila, in un percorso che attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise fino al Giardino dell’Uccelliera e al Giardino della Meridiana. Gli interventi di Penone non scardinano quell’armonia unica di forme e architettura che caratterizza la Galleria: rinnovano, piuttosto, quel gioco tutto Barocco che, tra natura e artificio, intreccia paesaggio, natura e scultura, attivando nuove sinergie. 

Pietro Ruffo. Antropocene

Galleria Lorcan O’Neill, Roma

Dal 14 marzo 2023

 Pietro Ruffo, Antropocene 45, 2022. Courtesy The Artist/Galleria Lorcan O’Neill.

Pietro Ruffo torna a esporre alla Lorcan O’Neill con la personale “Antropocene”, un nucleo di nuovi lavori che ruotano attorno al dibattito, di stringente interesse, sull’attuale climate crisis. Non solo: l’artista, che da sempre indaga temi di impatto sociale legati, per esempio, alla geopolitica e alle migrazioni, torna a far sentire la sua voce su argomenti quali la perdita della biodiversità, il degrado ambientale, il cambiamento climatico. Ecco, quindi, un nucleo di lavori in cui il concetto di Antropocene è declinato in una serie di immagini evocative su carta applicata su tela. Con la sua personale cifra stilistica, Ruffo, disegna e dipinge con inchiostri colorati e colori a olio supporti inaspettati come mappe geografiche, illustrazioni scientifiche e paesaggi; li ritaglia con cura seguendo la silhouette di fiori e piante, e poi li fissa sulla tela con centinaia di spilli. 

Andriu Deplazes. Burning Green

Collezione Maramotti, Reggio Emilia

dal 19 marzo al 30 luglio 2023

Andriu Deplazes, Himmel-Berge-Feld, 2023. Courtesy The Artist e Galerie Peter Kilchmann, Zurich. Ph. David Giancatarina.

photo D. Giancatarina

Oltre 30 opere raccontano l’avventura creativa del giovane artista svizzero Andriu Deplazes, che arriva in Italia per la sua prima personale: “Burning Green”. Di stanza a Marsiglia, Deplazes esplora con uno stile personalissimo atmosfere della pittura di fine Ottocento e inizio Novecento, con riferimenti che prendono spunto dall’Art Déco, da Ernst Ludwig Kirchner, Ferdinand Hodler, Pierre Bonnard, Käthe Kollwitz, Francis Bacon, Nancy Spero. Per questa rassegna Deplazes propone sculture, dipinti e opere su carta o plexiglass. I temi centrali sono il ruolo dell’essere umano nella sfera sociale e in relazione alla natura, da un punto di vista filosofico e antropologico.

Sally Gabori

Triennale Milano

fino al 14 maggio 2023

Sally Gabori, Dibirdibi Country, 2010, Collezione Bérengère Primat, per gentile concessione della Fondation Opale, Lens, Svizzera. Foto © Simon Strong.

Tra le più grandi artiste australiane contemporanee, Sally Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, intorno agli ottant’anni, e ha raggiunto una fama internazionale. Ha sviluppato un corpus di opere unico caratterizzato dai colori vivaci che non presenta legami apparenti con altre correnti estetiche, in particolare all’interno della pittura aborigena contemporanea. La mostra, che riunisce una trentina di dipinti monumentali provenienti da collezioni pubbliche e private europee e australiane, è organizzata con la famiglia dell’artista e la comunità Kaiadilt. La vicenda del suo popolo si intreccia infatti a quella dell’artista: la comunità australiana dei Kayadilt fu l’ultima dell’Australia costiera ad entrare in contatto con gli europei e solo negli anni Novanta l’Australia ha finalmente riconosciuto i diritti dei Kaiadilt sulla loro terra.

Inge Morath. Fotografare da Venezia in poi

Museo di Palazzo Grimani, Venezia 

fino al 4 giugno

Inge Morath, Marylin Monroe sul set di Misfits, Nevada, 1960 © Fotohof archiv / Inge Morath / Magnum Photos.

(c) Fotohof Archiv

Fu l’amore a condurla per la prima volta a Venezia con il marito Lionel Burch. Lei è Inge Morath, prima donna fotografa della celebre agenzia Magnum Photos, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita. Austriaca, classe 1923, amava la città lagunare, quella sua atmosfera sospesa, enigmatica e grandiosa che sa attrarre al primo sguardo. Complice dei suoi primi scatti, quando ancora lavorava come collaboratrice dell’agenzia parigina, un giorno di pioggia in laguna. E un invito: quello di Robert Capa a realizzare da sola gli scatti di quella giornata piovosa ma di grande fascino. Nel 1955, quattro anni dopo quell’evento, arriverà l’incarico ufficiale della rivista “L’Oeil”. In mostra 200 fotografie con un focus specifico su e il supporto di documentazione inedita. Molte di queste immagini veneziane, circa un’ottantina, esposte per la prima volta in Italia.

Frida Kahlo e Diego Rivera

Centro Culturale Altinate San Gaetano, Padova

fino al 4 giugno 2023

Nickolas Muray, Frida Kahlo on Bench n. 5, 1939. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation © Nickolas Muray Photo Archives.

“Chi era davvero Frida Kahlo? Perché così tanta gente è affascinata, in egual misura, dalla sua vita e dalle sue opere?” A questo e altri interrogativi cerca di rispondere questa grande mostra (a cura di Daniela Ferretti) che riunisce dipinti di Frida Kahlo e Diego Rivera, capolavori di pittura in prestito dalla collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman, lui regista e collezionista; lei, che dopo la morte di lui, continua, con competenza e passione, ad arricchire la raccolta. Completano la rassegna ritratti fotografici di Frida – la pittrice carismatica che ancor oggi è icona delle rivendicazioni femminili – firmati da Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston. E, inoltre, un omaggio – doveroso – al Messico, ai suoi colori e ai suoi costumi. Una terra di luci e ombre, sofferenze e grandi ideali che tanto amarono i due artisti. Frida e Diego, icone (indimenticabili) del Novecento. 

Julia Krahn. Bandiere di pace. Ritratti di donne ucraine

Chiostro del Complesso di Vicolo Valdina, Roma

fino all’8 marzo 2023

Julia Krahn, Kira/FUTURO/2022. Photo courtesy The Artist.

Mostra itinerante di Julia Krahn che inaugura contemporaneamente a Potsdam, in Germania. L’artista ha scelto di coprire un cantiere di ricostruzione con le stampe dei ritratti delle donne alte diciannove metri. Donne guardiane di Pace per un’intera città. In quest’ultimo anno la mostra è stata esposta al Museo del Novecento di Firenze a cura di Sergio Risaliti e grazie all’Associazione I Penultimi; a Montreal in Canada in collaborazione con il Ukrainian Canadian Congress; in precedenza era stata presentata nella città di Monopoli, a Paxos (Grecia) e prima ancora a Sorrento, dove è nato il progetto originario grazie al supporto del Comune di Sorrento. All’interno della serie fotografica è presente anche un autoritratto dell’artista, immortalata mentre stringe in mano la sua arma pacifica contro la guerra, la macchina fotografica, e invita le rifugiate a fare lo stesso, descrivendo le proprie armi di resistenza quotidiana, fatte per costruire e mai per distruggere.

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