A Kyoto, casa Maana Kamo è un’oasi vernacolare tra luce e oscurità

A Kyoto, due imprenditrici hanno trasformato le antiche Machiya in ospitalità di lusso

Nel suo Libro d’ombra, nel 1933, lo scrittore giapponese Junichiro Tanizaki afferma che la bellezza non risiede nelle cose, ma si sviluppa solo là dove luce e oscurità s’incontrano.

La casa Maana Kamo di Kyoto segue questo principio con coerenza precisa: varcato l’ingresso, si schiude una stanza in legno scuro predisposta con tatami, che avvolge i visitatori in un’oscurità benefica. Dietro una porta scorrevole in carta shoji, sotto una lanterna di carta simile a una luna, c’è una vasca da bagno in pietra con vista su un giardino. Un’oasi di pace che rimanda a un onsen – una sorpresa in una strada trafficata di Kyoto. Dietro Maana Kamo ci sono le imprenditrici Hana Tsukamoto e Irene Chang. «Quando abbiamo trovato la casa, era in condizioni disastrose», dice Hana Tsukamoto. Con l’architetto Shigenori Uoya, le due amiche si sono apprestate a dare nuova vita a questo luogo secolare.

Maana Kamo, restaurata dall’architetto giapponese Shigenori Uoya, crea un equilibrio tra estetica tradizionale e moderna. Gli elementi decorativi sono stati ridotti al minimo, per lasciare che luce e ombre interagiscano.

Foto: Renee Kemps; Mitsuru Wakabayashi

Per ripristinare l’integrità architettonica degli spazi, hanno grattato via il rivestimento in vinile delle pareti, rimosso le piastrelle del soffitto e le doghe danneggiate. «Gli interni erano piuttosto scuri», ricorda Irene Chang. «Invece di provare a costringere la luce naturale a entrare, abbiamo preferito sperimentare con l’atmosfera». Uoya ha inserito pareti di legno scuro e riempito la casa con mobili sobri. A decorare gli spazi, soltanto qualche oggetto. Un vuoto visuale molto interessante: la camera da letto sembra un bozzolo rivestito di legno, illuminato solo da una piccola lampada a soffitto. «La bellezza delle case tradizionali giapponesi non risiede nella loro decorazione, ma nei loro elementi strutturali», spiega Hana Tsukamoto. Il superfluo dovrebbe essere eliminato per dare voce al necessario.

Un tempo, le case in legno di Kyoto, denominate Machiya, appartenevano a commercianti e artigiani; normalmente sono ubicate in quartieri tranquilli. Come Maana Kyoto, che nel 2018 è stato il primo alloggio vacanze di Chang e Tsukamoto, più tradizionale di Maana Kamo, perché è stato possible conservare i soffitti originali, come pure i telai delle finestre e le porte scorrevoli in shoji. Un tavolo in legno fatto a mano con basse sedie in rattan definisce la zona living. La cucina è stata trasformata in un bagno di lusso, che si affaccia sull’acero in giardino; la vasca da bagno è stata realizzata da maestri artigiani in ceramica di Shigaraki. «Per quanto possibile, cerchiamo di conservare il carattere degli edifici», dice Hana Tsukamoto. Anche per salvare un contrappunto.

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