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Architettura e moda: 5 nuove fabbriche che raccontano un’idea

Architettura e moda 5 nuove fabbriche che raccontano unidea

La mensa del polo logistico di Levanella del Gruppo Prada. Foto Gabriele CroppiGabriele Croppi

5 nuove archi-factory della moda (e non solo) raccontano, attraverso l’architettura, la storia e il Dna del marchio. Integrandosi nel paesaggio circostante.

Architettura e moda (e verde): la fabbrica-giardino di Prada (AR)

Lo stabilimento Prada di Valvigna. Foto courtesy Prada

Alessandro Ciampi

La storia di un nuovo tipo di stabilimento industriale ha un inizio e un nome: 1998. Allora il Gruppo Prada acquista un terreno di 30mila metri quadrati occupata da una vecchia fabbrica di tegole in cemento davanti all’ A1 a Montegranaro e affida la riqualificazione all’architetto Guido Canali che prima ancora dell’edificio pensa al suo inserimento nel paesaggio, muovendosi, nei vent’anni di collaborazione e in tutti i progetti che ha portato avanti per la maison, le cosiddette fabbriche-giardino in cui un’architettura industriale integra perfettamente il verde circostante, secondo tre principi: «il rispetto del lavoratore e del lavoro, un’interpretazione pienamente condivisa del concetto di ‘qualità senza compromessi’, il riconoscimento dell’importanza del dettaglio come espressione di efficienza, di una vera e propria ‘cultura del lavoro’ e non di un’estetica fine a se stessa”, come dice Patrizio Bertelli, Amministratore Delegato del Gruppo Prada.

La mensa del polo logistico di Levanella del Gruppo Prada. Foto Gabriele Croppi

Gabriele Croppi

L’ultimo nato è il polo logistico di Levanella (AR), che ospita la divisione produttiva e lo sviluppo delle collezioni di pelletteria di Prada e Miu Miu, i magazzini per le materie prime, gli archivi storici delle collezioni di pelletteria e calzature, gli uffici dei servizi generali e amministrativi industriali, un auditorium, locali tecnici e il centro di elaborazione dati del Gruppo. Costituito da tre edifici per un totale di 44mila metri quadrati, con magazzini per lo stoccaggio di abbigliamento, calzature e pelletteria,  3 palazzine per il controllo qualità delle singole divisioni e per le attività a servizio dei magazzini, il complesso è dotato di un impianto di climatizzazione che sfrutta i principi della geotermia, ogni edificio è dotato di pannelli fotovoltaici e illuminazione led. La mensa è caratterizzata da rampicanti che si diramano su un pergolato di 1.200 metri quadrati, a 10 metri dal suolo, formando un tappeto orizzontale, che protegge dal sole l’area sottostante. Dice Guido Canali: «La massiccia presenza di verde, esaltata da specchi d’acqua anche con funzione di riserva energetica, è parte integrante dello stabilimento. Non esibita per mero decoro, si pone piuttosto come condizione del benessere delle persone che vi lavorano. Un’architettura che rifiuta gratuite gestualità ed esibizionismi e rimane piuttosto fedele, nell’eliminare e far decantare, a un rigore critico di ascendenza razionalista. Così, gli affascinanti giardini segreti, i pergolati ombrosi di vitis vinifera, gli stagni lucenti non rappresentano il compiacimento formale degli architetti, ma il rispetto per la dignità e la salute, anche psichica, di chi, tra quelle mura e quei giardini, dovrà lavorarci. E dunque inevitabilmente anche faticare».

Architettura e moda (e colline): la fabbrica Fendi a Bagno a Ripoli (FI):

Un giardino sospeso che risana un’antica frattura del territorio e ricompone l’andamento collinare del sito in cui è inserito. Così è il nuovo edificio produttivo Fendi a Bagno a Ripoli (FI), il cui concept di progetto è stato ideato e sviluppato dallo studio milanese Piuarch e poi proseguito e coordinato dall’Architecture Department di Fendi.

Il nuovo edificio produttivo Fendi a Bagno a Ripoli. Foto Andrea Ferrari

ANDREA FERRARI

Circa 14.000 mq  nella campagna toscana, ad alta efficienza energetica, per coniugare l’eccellenza dei prodotti della maison con un segno architettonico di grande valore estetico ed ambientale. L’edificio si sviluppa orizzontalmente su un unico livello seguendo come principio competitivo le necessità del processo produttivo, che si susseguono in un percorso fluido. Una “spina dorsale” di collegamento fra gli spazi, con le pareti trasparenti, mette visivamente in connessione le diverse funzioni e promuove la circolazione e la socializzazione delle persone. Qui si trovano uffici direzionali e amministrativi, un ristorante, un magazzino di produzione, laboratori e una scuola di alta pelletteria, che esprimono a 360° la qualità e gli altissimi standard del brand. Il concept di progetto, definito insieme al paesaggista Antonio Perazzi, vuole fondare una nuova collaborazione tra architettura e ambiente: l’edificio, apparentemente ipogeo grazie alla scelta paesaggistica di realizzare una copertura a verde continuo ed intensivo, è un sistema ecologico integrato che ricostruisce la morfologia del terreno e restituisce forma alla collina originaria. Il grandissimo giardino pensile con funzione non solo ambientale ma anche sociale e collettiva, diventa così luogo di socializzazione per i dipendenti, migliorandone la qualità di vita, non solo lavorativa.

Architettura e zucchero: la fabbrica Leone a Collegno (TO)

Progettata dallo studio d’architettura milanese Piuarch, questa seconda fabbrica della storica azienda dolciaria piemontese, sostenibile e certificata Leed Gold, custodirà l’universo Leone, dalle prime fasi di produzione fino al confezionamento. Sulla grande lobby si affacceranno uno shop, una caffetteria, la zona reception e la “serra”, cioè l’area circolare da cui partirà il percorso riservato al pubblico per conoscere tutti i segreti e i passaggi attraverso i quali vengono prodotte le famosissime pastiglie colorate. Attraverso grandi vetrate i visitatori potranno assistere passo dopo passo, alla produzione delle caramelle e del cioccolato, immergendosi in un percorso multisensoriale.

Un render della nuova fabbrica delle pastiglie Leone. Courtesy Piuarch

Una storia iniziata oltre 165 anni fa quando Luigi Leone aprì una confetteria ad Alba e cominciò a produrre piccole pastiglie di zucchero, diventando in pochi anni il fornitore ufficiale della Real Casa Savoia. Oggi, Leone è il brand di pastiglie più vendute in Italia.

Architettura, paesaggio e innovazione: Ferrero Technical Center ad Alba (CN)

Progettato da Frigerio Design Group, il Ferrero Technical Center è un’architettura iconica e rassicurante costruita in empatia con il contesto naturale: la struttura crea relazioni con gli elementi più caratteristici delle Langhe, Patrimonio Unesco, che reinterpreta attraverso geometrie astratte nelle tonalità calde di un paesaggio autunnale. La grande hall di ingresso a tutt’altezza, interamente vetrata, concentra in un unico spazio la percezione del mondo Ferrero. Al suo interno una scenografica scala metallica rossa attraversa il volume come una “passeggiata sospesa” e offre una prima vista sul cuore dell’edificio.

Il nuovo Ferrero Technical Center. Foto Studio Campo

Anna Positano | Studio Campo

Le parti tecniche e gli impianti sono integrati nelle facciate o celati all’interno del mezzanino, che connette con i suoi 3.300 mq progettazione e produzione. La struttura è completata da una copertura piana e aggettante che sporge a sud con un frangisole realizzato con pale a sezione ellittica, per proteggere gli uffici dai raggi solari diretti. L’officina di 3.500 mq, con la sua ampia campata di 25m e la sua lunghezza di oltre 100 m, ospita il montaggio dei macchinari. Una pianta regolare, essenziale, con strutture a vista di colore bianco, dove le lavorazioni e gli impianti sono lasciati a vista. Aperture nelle facciate catturano la luce naturale e l’aria secondo il principio del daylighting. Gli uffici sono progettati all’insegna del comfort working: materiali e colori riproducono la natura intorno. Una serie di patii verdi,  sono stati inseriti al centro del grande open space per assolvere funzione bioclimatica, acustica ed estetica.

Architettura, moda e sostenibilità: Bottega Veneta

Villa Schroeder-Da Porto, dimora patrizia di fine Settecento a Montebello Vicentino, è da qualche anno la sede dell’atelier di Bottega Veneta: un progetto globale firmato dall’architetto Alessandro Fantetti in un contesto ricco di preesistenze storiche, che dà vita a un’idea di campus come spazio comune di vita, lavoro e studio.da una parte la memoria della villa veneta con il suo parco secolare di 55mila metri quadrati (dove è stata preservata la vegetazione esistente e sono stati utilizzati soltanto materiali e piante certificati), dall’altra il sito produttivo, luogo di lavoro creativo. Inoltre, Bottega Veneta è diventata la prima azienda di lusso e di moda al mondo a ricevere una certificazione di sostenibilità di platino (massimo livello di LEED) investendo nello sviluppo sostenibile attraverso servizi come i pannelli fotovoltaici sul tetto, un sistema di recupero dell’acqua piovana, l’implementazione del sistema di aria condizionata che riduce le emissioni di anidride carbonica.

Villa Schroeder-Da Porto, sede di Bottega Veneta. Foto courtesy Bottega Veneta

  • Leone

    Un render della nuova fabbrica delle pastiglie Leone. Courtesy Piuarch

  • Bottega Veneta

    Villa Schroeder-Da Porto, sede di Bottega Veneta. Foto courtesy Bottega Veneta

  • Bottega Veneta

    Villa Schroeder-Da Porto, sede di Bottega Veneta. Foto courtesy Bottega Veneta

  • Bottega Veneta

    Villa Schroeder-Da Porto, sede di Bottega Veneta. Foto courtesy Bottega Veneta

  • Anna Positano | Studio Campo

    Ferrero Technical Center

    La scala rossa che collega i piani del nuovo Ferrero Technical Center ad Alba. Foto Studio Cano

  • Anna Positano | Studio Campo

    Ferrero Technical Center

    Il nuovo Ferrero Technical Center ad Alba. Foto Studio Cano

  • Anna Positano | Studio Campo

    Ferrero Technical Center

    La scala rossa che collega i piani del nuovo Ferrero Technical Center ad Alba. Foto Studio Cano

  • Fendi

    Veduta aerea del patio interno del nuovo stabilimento Fendi in Toscana. Foto Andrea Ferrari

  • ANDREA FERRARI

    Fendi

    Il nuovo stabilimento Fendi in Toscana. Foto Andrea Ferrari

  • ANDREA FERRARI

    Fendi

    Il nuovo stabilimento Fendi in Toscana. Foto Andrea Ferrari

  • Gabriele Croppi

    Prada

    La mensa del polo logistico di Levanella del Gruppo Prada. Foto Gabriele Croppi

  • Gabriele Croppi

    Prada

    L’ingresso alla mensa. Foto Gabriele Croppi

  • Gabriele Croppi

    Prada

    Il polo logistico di Levanella del Gruppo Prada. Foto Gabriele Croppi

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