bergamaschi,-ecco-cosa-impariamo-da-come-ci-si-muove-a-sydney-–-bergamonews

Bergamaschi, ecco cosa impariamo da come ci si muove a Sydney – BergamoNews

Essere unə studente nella città più cosmopolita del mondo dà l’occasione, oltre la porta dell’università, di esplorare luoghi più che unici nel panorama globale. Si pone quindi il problema di come spostarsi in questa metropoli, che solo dopo più di un giorno di volo si può raggiungere dall’Italia; non è però detto che distanza significhi novità e alterità (basti vedere l’innovazione dei Teor che ho incontrato l’anno scorso a Rouen, Oltralpe nella nostra vicina Francia), ed è per questo che uno dei miei primi obiettivi giunto in Australia è stato capire come orientarmi con facilità.

Sydney, con i suoi quasi 5 milioni e mezzo di abitanti in continua crescita, conta 46 volte la popolazione di Bergamo. E il loro confronto vede anche l’opposizione entroterra contro costa, fattore molto interessante da considerare quando si indagano tutte le forme possibili di trasporto pubblico. Sempre per richiamare una certa cautela verso il concetto di alterità, voglio lanciare un invito che potrebbe essere visto come una provocazione: Bergamo potrebbe forse imparare qualcosa da Sydney?

La grande rete ferroviaria: treni o metro?

Attraversata da 8 linee di treni, Sydney offre a chi atterra al suo grande Aeroporto Internazionale Kingsford Smith il trasporto su rotaia come primo metodo per raggiungere il cuore della città. Sia il terminal dei voli interni che quello dei voli transoceanici sono collegati alla linea verde, con due stazioni separate, una per ciascuno. Alle fermate di Redfern, Central (nel bel mezzo del distretto affaristico) e Town Hall, sei linee convergono: sono tutte tranne la tratta Richmond-Leppington e quella Lydcombe-Olympic Park, che servono esclusivamente l’estremo ovest della città.

I convogli viaggiano sia sopra che sottoterra, e la numerosità delle stazioni, così come il loro aspetto e la frequenza con cui si effettuano le corse (anche in tre minuti l’una dall’altra sulle linee principali), spingono una mente europea a concepire “la metro di Sydney”. Eppure sono “Trains”, così sono segnalati e chiamati. Chiameremmo invece più propriamente “Treni” le linee a lunga percorrenza che escono da Sydney e raggiungono luoghi più remoti nell’Australia interna: si pensi alla Blue Mountains Line, che conduce fino al Blue Mountains National Park, e alla Western Line che conduce fino a Broken Hill, in pieno deserto.

Di pullman non ne mancano, ma forse meglio la barca

Restando nell’area metropolitana, un modo facile di spostarsi è con il bus. L’azienda di trasporti che gestisce il servizio, Transport for NSW, mette a disposizione più di 600 linee di bus urbani. Esse si dipanano a maglia per tutta la superficie della città e dei sobborghi circostanti, e vi si può salire dopo aver fatto un cenno con la mano al conducente (come in certe fermate anche a Bergamo!). Ben 46 di queste girano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per garantire piena disponibilità anche di notte (insieme ai treni che, comunque, cessano il servizio solo tra mezzanotte e le 4 di mattina).

Molto immediato propendere per il bus quando ci si vuole muovere, ma forse non per tutte le tratte né per tutti i momenti del giorno: a Sydney, quando c’è traffico, il disagio può diventare enorme per unə pendolare e tempo prezioso si spreca fermi in coda soprattutto su Broadway, la grande via principale con tre corsie per senso di marcia (in cui solo per certi tratti una corsia per bus è presente, onde evitare maggiori congestioni di automobili agli incroci).

Niente panico però! Sydney è la città delle alternative e, come c’è da mangiare per tutti i gusti, c’è anche da spostarsi per tutte le necessità. Per esempio, se ci si vuole muovere sull’asse est-ovest si potrebbe optare per il Light Rail. Questo sistema recentemente introdotto è un tram di superficie che serve con due linee (dal 2024 saranno tre) le tratte Dulwich Hill-Central e Circular Quay-Randwick/Kingsford.

Alternativa ancora migliore è però viaggiare sull’acqua, con una delle nove tratte coperte dai traghetti. Se l’occasione si presta, e con questo la vicinanza alla costa è fattore fondamentale, la nave è senza dubbio il modo più veloce per andare da un punto a un altro. Come esempio prendiamo un viaggio tra Watsons Bay, snodo vicino a diverse belle spiagge, e Circular Quay, chiave d’accesso al centro di Sydney. In pullman più treno ci metterei 56 minuti, mentre in nave solo 21. Sempre se non si soffre di mal di mare.

Tutti per un servizio, un servizio per tutti

Una particolarità di Sydney, che può piacere come non andar giù, è l’assenza di qualsiasi tipo di biglietto cartaceo per i mezzi pubblici. Altra cosa che non esiste sono gli “abbonamenti”, quelli che in Europa siamo abituati a sfruttare per ottenere tariffe vantaggiose nel viaggiare tra due località sul lungo periodo. Il pagamento avviene esclusivamente in maniera elettronica, tramite una qualsiasi carta di credito oppure con la Opal Card, tessera fornita gratuitamente da rivenditori autorizzati che si può ricaricare e utilizzare sui mezzi. Opal Cards che permettono di spendere meno per i singoli viaggi, le cosiddette “Concession”, sono destinate a persone sotto i 16 anni e oltre i 60 così come a studentə australianə (ma non stranierə), tirocinanti, pensionatə, richiedenti asilo, disabili, veteranə di guerra e vedovə di morti in guerra.

Il prezzo pieno è comunque abbordabile: con la Opal Card standard si paga a partire dall’equivalente di €1,40 per un viaggio più corto di 10km (e per sforare ce ne vuole) su terra, €4 sull’acqua. E comunque sia la carta non ti fa spendere più di €10,52 al giorno (€5.26 se è sabato, domenica o festivo) o €31,32 alla settimana. Quando si sale si appoggia la carta al sensore, e si fa lo stesso quando si scende. Così si fa ovunque, sul bus, sul tram, sul treno e sul traghetto. Se non si appoggia la carta anche prima di scendere si paga la tariffa massima, se non si appoggia neanche a salire (o se si risulta in possesso di una Concession Opal Card senza averne diritto) si rischia una multa che va da €125 a €312.

Una lezione dell’altro mondo

Con una Opal Card si viaggia in tutto lo stato del Nuovo Galles del Sud, di cui Sydney è capitale, appoggiandola al sensore quando si sale e quando si scende da un mezzo. Con una sola carta si va fuori e dentro dalla città, su bus e treni, tram e traghetti. Un po’ come se a Bergamo e provincia potessi viaggiare con un solo biglietto standardizzato su Trenord, Atb, Sai Autolinee, Sav, Arriva, Autoguidovie e chi più ne ha più ne metta. Giusto perché a volte, da Bergamo a Treviglio, ci si mette di meno in bicicletta tra coda al chiosco e viaggio.

A proposito di biciclette, a Sydney c’è da pedalare eccome. Sono 10 le “Cycleways”, a due corsie, che attraversano la città da dentro a fuori favorendo soprattutto l’esplorazione di spazi verdi. E ricorderete di quando menzionavo il traffico su Broadway, la strada maestra: ebbene, lì non ci sono corsie ciclabili per la sicurezza di tutti. E qui c’è chi ha pensato a viale Papa Giovanni XXIII e chi mente. Tutto quel che per il resto trapela dal mio articolo – e c’è, lo dico in buona fede – verrà da voi che leggete.

© Riproduzione riservata

Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!

Related Posts