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Tutti i frutti economici che sbocceranno dall’incontro Meloni-Netanyahu

Difesa, energia, cybersicurezza, biomedicina e agricoltura: tutti i settori toccati durante l’incontro tra Meloni e Netanyahu a Palazzo Chigi, con un occhio (innovativo) alla siccità

Bibi Netanyahu è arrivato a Palazzo Chigi, impavesato con la bandiera israeliana accanto a quelle italiana ed europea, protetto da una poderosa cintura di sicurezza che ha congestionato ancor più il traffico del centro di Roma. E ci è rimasto per due ore e mezzo, gran parte delle quali trascorse nel pranzo e nell’incontro con Giorgia Meloni, con la quale ha poi reso, nell’affollatissima Sala dei Galeoni, le dichiarazioni finali. Concluse dal leader di Tel Aviv (la delicata e irrisolta questione di Gerusalemme capitale e delle sedi diplomatiche non è stata affrontata nell’occasione) con una battuta rivolta al nostro primo ministro che ha mandato in fibrillazione la stampa presente: “Chiudiamo perché so che deve prendere un aereo”. Per festeggiare il compleanno di Matteo Salvini, si è capito poi. Un po’ come se il premier di Israele si dispiacesse di non potersi trattenere oltre.

LA DISTANZA TRA ITALIA E ISRAELE

Le premesse dell’incontro non erano peraltro splendide. Da ben dieci anni non si tiene un vertice intergovernativo fra i due Paesi, che in totale ne hanno avuti appena quattro. E i due leader non soltanto hanno confermato l’intenzione di fare il quinto nel 2023, ma pare si siano accordati per calendarizzarlo nell’arco di pochissimi mesi.

Anche dal punto di vista economico e imprenditoriale la situazione non è liscissima, tanto che le note diplomatiche usavano un termine di prospettiva alquanto inusuale, “complementarietà”. In sostanza, l’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa ma ha tessuto composto da piccole e medie imprese in perenne afasia di innovazione da quando, e sono passati decenni, la sola qualità tradizionale non è più sufficiente a sostenersi nell’impietoso mercato globale. Israele ha una dimensione decisamente minore ma crea ed esporta tecnologie come pochi altri al mondo. Per la precisione, vanta il record di investimenti pubblici in ricerca&sviluppo, detiene molti know how scientifici e brevettuali di eccellenza, è un hub di laboratori che fa invidia al mondo e gola a moltissimi ricercatori stranieri, inclusi i nostri.

IL PASSO IN AVANTI DI MELONI E NETANYAHU

Il passo in avanti importante compiuto da Netanyahu e Meloni è quello di voler rafforzare questa complementarietà in alcuni specifici settori, tra i quali quello della Difesa è forse il più scontato, considerato che Israele è un paese in perenne guerra di temperatura variabile, che l’Italia con il ministro Guido Crosetto sta decisamente puntando sul settore e che la guerra in Ucraina ha riportato di fatto in auge un settore industriale e imprenditoriale in passato negletto.

Nota anche la forza israeliana nella biomedicina, che le esigenze di una popolazione planetaria in rapido aumento, l’invecchiamento del cosiddetto mondo avanzato e la pandemia da Covid-19 rende una frontiera di investimenti molto appetibile. Più inediti e interessanti appaiono invece le prospettive nelle tecnologie applicate all’agricoltura e alle risorse idriche, nella cyber security e nelle energie rinnovabili.

La siccità è una prospettiva critica già in atto, non più un rischio da paventare. Il Mediterraneo allargato ne è afflitto, Israele ci combatte da sempre e da sempre ha adottato tecniche irrigue che hanno permesso di trasformare “il deserto in un giardino”, come si diceva un tempo. L’Italia è ormai entrata ufficialmente tra i Paesi a rischio desertificazione: il Sud è stato il primo a esserne colpito, ma ormai anche la Padania è costantemente afflitta dal problema. L’agricoltura idrovora fin qui condotta non è quindi più praticabile e la convergenza di sforzi sul risparmio con un partner che è il principale detentore della conoscenza in materia è un’occasione importante. All’interno di una riconversione generale del settore primario in senso green e sostenibile.

La coincidenza è indicativa: proprio a Palazzo Chigi, a breve termine, si terrà una riunione della Cabina di regia sulla siccità, indicativa della preoccupazione del Governo per un fenomeno che anche quest’anno sta condizionando il nostro meteo e quindi la nostra vita. E sempre a Palazzo Chigi, anzi per essere precisi nel Consiglio dei ministri di Cutro, si è deciso il cambio di guardia a capo dell’Agenzia per la cybersicurezza, dove si è voluta una persona meno tecnica e più politica: gli attacchi informatici sono infatti ormai una consuetudine dei pirati che vogliono lucrare a danno delle aziende e delle pubbliche amministrazioni ma anche di quanti vogliono incrinare la solidità e l’affidabilità istituzionale dei loro “nemici” sul piano geopolitico.

L’ENERGIA

Infine, l’energia: “il” tema, soprattutto dopo il conflitto ucraino che ha scompaginato le collaborazioni e le forniture sedimentate e vitali per chi, come noi, non dispone di risorse proprie sufficienti. Se da un lato il discorso nucleare si riapre alla grande, rivitalizzato dalle prospettive sulla fusione in termini temporali meno allungati, dall’altro è essenziale parlare con Israele di gas e anche di rinnovabili. “Diversificazione” è la parola d’ordine in questo settore del Governo Meloni e del suo principale compagno energetico, l’Eni.

GLI ASPETTI POLITICI

Se ci si aggiungono i fiocchetti della cordialità democratica, come la cultura e l’amicizia tra i due Paesi, il pacchetto della visita di Netanyahu appare molto più ricco di quanto si presumesse. Il leader è arrivato a Roma in un momento che definire di scarsa popolarità è un eufemismo, si presumeva che il colloquio fosse molto più formale, anzi con qualche timore che Bibi volesse schiacciare Giorgia facendosi elargire endorsement a buon mercato.

In realtà, il più smaccato pare sia andato in senso opposto, nel senso che proprio lo statista israeliano avrebbe fatto un’aperta dichiarazione di apprezzamento per la padrona di casa. La quale sta investendo in relazioni internazionali molte energie, il tempo ci dirà con quale ritorno, e ha potuto inoltre calare nell’occasione di questo incontro l’asso della lotta contro l’antisemitismo che l’ha vista già diverse volte protagonista. I suoi rapporti con la Comunità ebraica sono infatti ottimi. Quelli di Netanyahu lo sono molto meno, e la sua visita ha provocato tra i correligionari italiani e romani una spaccatura vistosa.

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LA DICHIARAZIONE DI GIORGIA MELONI (fonte: governo.it)

Sono contenta di aver avuto questa occasione oggi di un confronto lungo e amichevole con il Primo Ministro dello Stato di Israele, Benjamin Netanyahu.  

Noi ci conosciamo da tempo, ci stimiamo da tempo. Come voi sapete, Israele rappresenta per l’Italia una Nazione amica e un partner fondamentale, in Medio Oriente e a livello globale.

Noi abbiamo oggi discusso delle nostre eccellenti relazioni bilaterali, che si sono rafforzate negli ultimi tempi ma sulle quali riteniamo di poter insieme fare nei prossimi mesi molto di più. Noi vogliamo accrescere il livello della nostra cooperazione nei settori più innovativi – voi sapete che Israele sul piano della tecnologia è sicuramente una Nazione che ha fatto dei percorsi straordinari – come l’intelligenza artificiale, la cibernetica, la cybersicurezza, ma anche la tecnologia applicata all’agricoltura. Ne abbiamo parlato molto oggi, ad esempio voi sapete della crisi idrica che l’Italia sta vivendo e a questo proposito il Governo è già intervenuto, ma Israele da questo punto di vista ha fatto negli anni un lavoro straordinario trasformando quella che era una possibile debolezza in un grande elemento di forza. Credo che questo sia uno dei tanti settori sui quali la nostra cooperazione può aumentare.

Abbiamo condiviso con il Primo Ministro Netanyahu la necessità di un nuovo incontro intergovernativo tra Italia e Israele, non se ne tiene uno dal 2013: il prossimo dovrebbe svolgersi in Israele e vorremmo organizzarlo quanto prima.

Abbiamo discusso della situazione regionale, del pieno sostegno dell’Italia al processo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi, sul quale il Primo Ministro Netanyahu ha fatto sicuramente un lavoro molto importante. Noi siamo pronti a sostenere ogni iniziativa volta a favorire una ripresa di un processo politico anche tra Israele e Palestina. Io ho fatto stato dalla nostra preoccupazione per la situazione, ho portato la solidarietà italiana e la condanna di fronte agli attacchi terroristici che abbiamo visto anche ultimamente.

Vogliamo fare tutto quello che possiamo e siamo disposti a fare tutto quello che possiamo per facilitare la ripresa di accordi e una de-escalation della violenza che preoccupa tutti noi. Abbiamo ribadito il nostro forte sostegno al comunicato congiunto che è stato adottato di recente all’incontro di Aqaba e il nostro incoraggiamento a mantenere gli impegni assunti.

Poi c’è il tema dell’antisemitismo. Abbiamo parlato anche della comunità ebraica italiana, della comunità ebraica presente qui a Roma. Io sono stata di recente, come voi sapete, in visita in occasione dell’accensione della Chanukkià, durante la celebrazione della Hanukkah. Quindi abbiamo parlato anche del tema dell’antisemitismo sul quale il Governo è molto impegnato: noi abbiamo nominato un referente del Governo che si occupa proprio dell’antisemitismo e ricordo la nostra piena adesione anche con riconoscimento della definizione di antisemitismo della IHRA. Il Governo su questo sta facendo un grande lavoro.

Si potrebbe parlare a lungo dei nostri legami culturali, storici e di un’amicizia che viene da lontano, quello che voglio dire io è che sono molte le cose che ci legano e molti i piani che possono beneficiare di un nostro rapporto diretto, pragmatico, schietto, ma un rapporto di amicizia. Quindi sono molto contenta della presenza del Primo Ministro Netanyahu qui, che sono certa sarà la prima di molti incontri che avremo in futuro.

Grazie Primo Ministro.

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