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Come dividere gli spazi in casa se si abita ancora con l’ex

Come dividere gli spazi in casa se ci si separa e si deve ancora vivere con un ex partner? Ne abbiamo parlato con interior designer e psicologi. Quando scegliamo la casa in cui vivere con il nostro partner non pensiamo a come dividerne gli spazi, ma ai bei momenti che passeremo insieme. E, ovviamente, non pensiamo alla fine del rapporto, e alle situazioni difficili che questa comporta. Quando però ci si separa, anche se idealmente ogni partner dovrebbe essere in grado di trovare una nuova abitazione per riconquistare la propria indipendenza, in realtà non è sempre così facile, e probabilmente ci sarà un certo periodo di convivenza. Per gestire al meglio questa situazione, abbiamo chiesto agli esperti di aiutarci a capire come dividere gli spazi in casa e vivere questa fase così delicata nel modo più equilibrato possibile.

Tendiamo ad avere stanze aperte, come questo soggiorno in un appartamento a Madrid collegato alla sala da pranzo. Altre foto qui.

Foto: Pablo Gómez Ogando.

Come convivere con il nostro ex

“È una questione complessa, soprattutto perché sono in ballo molti fattori come il tipo di separazione, se ci sono figli, se lo spazio è ampio, se disponiamo di due o più stanze… In qualche modo, i metri quadrati hanno importanza e influenzano il grado di benessere”, afferma Patricia J. Díaz psicologa specializzata in terapia sessuale e di coppia. Innanzitutto, afferma l’esperta, “dobbiamo tenere conto del tipo di separazione, se è stata amichevole e concordata o se, al contrario, è stata invece traumatica, con un alto grado di conflitto e tensione, o se uno dei partner ha creato difficoltà all’altro”.

In ogni caso, “per superare la separazione e andare avanti nel processo di elaborazione del lutto, è essenziale recuperare una certa stabilità e indipendenza”, afferma la psicologa. E qual è la chiave per raggiungere questo obiettivo? “Quando si tratta di dividere gli spazi, l’importante è cedere. Non vi fissate, ad esempio, sul fatto di voler dormire nella camera da letto principale e poi finite per dormire insieme. Questo di certo non favorisce il recupero che è necessario per iniziare a muoversi verso l’accettazione”. Per farlo, dice, è possibile raggiungere un consenso, negoziare o addirittura tirare a sorte. “Oppure, se uno dei due ha fatto del male all’altro, è forse quello che dovrebbe rinunciare a favore dell’ex partner”, ci assicura.

Una casa a Malaga con spazi stimolanti e flessibili.

© Germán Saiz

Come suddividere la casa

Da un punto di vista funzionale, la progettista di interni María Odena spiega che la sfida consiste nel pensare a una distribuzione degli spazi dividendoli, cosa che va un po’ contro l’attuale tendenza dell’interior design. “Tendiamo a creare i nostri progetti collegando gli spazi in modo da poter condividere più cose insieme. Un esempio molto chiaro è quello di rendere la cucina aperta o semi-aperta sul living, perché questo ci permette di condividere più tempo e momenti se un altro membro della famiglia si trova nella stanza adiacente. In questo caso, si cercherà di fare il contrario, la suddivisione e la privacy degli spazi sono uno degli elementi chiave del progetto”.

“La prima cosa da considerare è quella di ridistribuire la zona notte per entrambi, intendendo per zona notte la camera da letto, gli armadi o lo spogliatoio e il bagno completo”, spiega Odena. Nel caso di una rottura traumatica, la psicologa J. Díaz raccomanda una divisione piuttosto radicale. “Ad esempio, uno prende il soggiorno e l’altro la camera da letto, creando due spazi totalmente indipendenti e cercando di stare insieme il meno possibile nelle aree comuni. Anche dividere la cucina per armadi o scaffali e cercare di non incrociarsi durante i pasti può favorire questa autonomia”.

In questo senso, la designer di interni Andrea Arqués sottolinea che “cercare di creare due aree è di solito difficile, dal momento che le case sono solitamente progettate con una zona giorno e una zona notte, ma se si dispone di una stanza vicino alla zona giorno si può separare più facilmente e lasciare la cucina o i bagni come spazio condiviso”. C’è sempre la possibilità di segnare con una linea le aree di ciascuno”…

Una grande cucina a pianta aperta pensata per la condivisione.

Pablo Ávila / María Odena

Se la rottura è stata amichevole, la divisione può essere un po’ più flessibile, secondo i consigli dell’esperta. “In questo caso, consiglierei anche di dormire in spazi separati, per aiutare tutti a iniziare a riorganizzare la propria vita e ad abbandonare l’abitudine alla routine condivisa”, spiega.

“L’ideale sarebbe cercare di dividere le stanze: trasformare uno studio in camera da letto o il living in camera da letto + soggiorno e l’altra persona può disporre della camera da letto principale e di una stanza da usare come soggiorno”, dice Andrea Arqués. “La cucina è una stanza più complessa, uno spazio da condividere per gli orari o per definire le dispense di ciascuno. Si può anche giocare con le tende nei corridoi o nei salotti, dove ognuno può avere il proprio spazio e la propria privacy senza dover vedere sempre l’altra persona”.

I vantaggi degli spazi multifunzionali

Uno degli elementi positivi delle tendenze attuali è che, sebbene si tenda ad avere spazi aperti, luminosi e condivisi, nei progetti di interior design ci si è concentrati anche sulla valorizzazione dello spazio. “Non ci sono più lunghi corridoi o immensi disimpegni senza alcuna funzione, ma questi metri quadrati possono diventare una stanza multifunzionale che possiamo usare come seconda stanza in una situazione di rottura per avere la giusta intimità e una buona convivenza come nuovi coinquilini”, spiega l’interior designer.

Un colorato angolo relax in un piccolo appartamento a Madrid. Altre foto qui.

© Belén Imaz

Inoltre, a causa della pandemia e con l’affermarsi dell’home office, “abbiamo assistito a una proliferazione delle stanze multifunzionali che possono essere utilizzata come spazio di lavoro, stanza per gli ospiti, secondo soggiorno, sala lettura, sala giochi o persino sala yoga”, spiega Odena. “Questo spazio multifunzionale è perfetto per creare una seconda camera da letto e guadagnare privacy e indipendenza.

Secondo la psicologa J. Díaz, “come misura preventiva, se ne abbiamo la possibilità, prima di andare a vivere con il nostro partner, cercare un appartamento che favorisca un certo grado di suddivisione degli spazi potrebbe essere positivo. In modo che se, effettivamente, a un certo punto dovessimo decidere di non voler continuare il rapporto, potremo effettuare questa divisione in modo più efficace”.

E se qualcuno volesse progettare la casa perfetta fin da subito, anche se la relazione non lo è? L’interior designer è molto chiara: “Se i clienti ce lo chiedessero, la prima cosa sarebbe stabilire regole/standard in base alle preferenze e alle esigenze di ciascuno. Come in un appartamento per studenti. Alla fine, l’importante è saper condividere”, conclude.

Articolo pubblicato su AD Spagna, adattato da Paola Corazza.

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