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Corridoio e ingresso, gli esperti suggeriscono come valorizzarli

Corridoio e ingresso, delizia e affanno di molte case. A volte sembra un problema irrisolvibile, ma non tutti sanno che basta qualche trucchetto per allargare un vano troppo stretto, per far sembrare più ampio un angusto bugigattolo e dare lustro a uno spazio lungo e senza luce. Certo niente a che vedere con le dimore d’epoca come villa Necchi Campiglio, dove Piero Portaluppi aveva predisposto per una famiglia di sole tre persone un ingresso così grande, da sembrare un moderno bilocale. 

Pe aumentare l’effetto prospettico, un arredo o un’opera d’arte sul fondo, come in questo appartamento progettato da Danele Daminelli.

In molte ristrutturazioni moderne oggi si preferisce eliminare i luoghi che un tempo nascevano per distribuire gli ambienti così da poter ricavare superficie da aggiungere ad altre stanze. Questa però è soltanto una delle soluzioni per utilizzare al meglio i preziosi metri quadrati di un corridoio. Anzi, fermate i picconi, secondo quanto ci hanno raccontato tre interior, come Daniele Daminelli dello Studio 2046, Enrica Saviane dello studio Federico Peri e Marzia Dainelli dell’omonimo studio, i corridoi e gli ingressi vanno preservati come una specie in via di estinzione. Una controtendenza rispetto alle pratiche degli ultimi anni, vediamo il perché.

Nella sua abitazione Daniele Daminelli ravviva lo spazio di passaggio con la carta da parati “Le Paravent Chinois” di Pierre Frey.

Courtesy Nathalie Krag

Corridoio e ingresso: come creare una scatola monocromatica a effetto 

«Bistrattato da tutti, negli ultimi anni – racconta Daniele Daminelli, l’anima dello Studio 2046 che si occupa di architettura, interior e product design – tutti non fanno altro che eliminarlo pensando che rubi spazio utile all’appartamento (non parliamo di mono/bilocali ovviamente che hanno necessità di sfruttare anche i millimetri). Ma è giunto il momento di sfatare questo mito. Sacrificato da troppi pesanti interventi, viene abbattuto, tagliato, trasformato senza tenere conto che in realtà nasce da una funzione importante. E che a mio giudizio funziona ancora benissimo. Cosa c’è di più bello che vedere un’infilata di porte che disimpegnano le stanze, una sorta di promenade architettonica che ha quel fascino fin de siècle che ancora incanta». Questo è il presupposto da cui è partito Daniele Daminelli, raffinato creatore di ambienti che seguono e ripescano le suggestioni che hanno fatto grande l’architettura del Novecento. 

Il colore gioca un ruolo fondamentale in quseto progetto firmato Daniele Daminelli dello Studio 2046.

Courtesy Silvia Rivoltella

Un alchimista della materia e delle tinte che ci suggerisce «un corridoio lungo può essere valorizzato con il colore. Il mio consiglio è quello di creare una sorta di scatola monocromatica accesa da luci ad hoc per creare un’atmosfera e una suggestione che consenta al visitatore di immaginare mondi ancora diversi soltanto aprendo una delle porte». Ma prima di prendere decisioni istintive continua a consigliare: «prima di intervenire guardate i volumi e le prospettive, prendete nota del “gusto” della casa, se è razionalista, moderna o se ha richiami novecenteschi. Bisogna aver sempre presente lo spirito della casa è lei che suggerisce l’intervento». E quindi, «se avete una lunga prospettiva donatele più enfasi magari mettendo un oggetto o mobile importante sullo sfondo, l’effetto “museale” è sempre molto efficace». E continua «se invece avete la fortuna di avere un atrio più ampio allora lì potete sbizzarrirvi anche con un tavolo rotondo centrale e delle sedute. Puntate sempre tutto sull’asimmetria giocando magari con decori diversi sulle pareti. Se su una utilizzate tanti quadri, dall’altra perché no metteteci una tappezzeria, scelta con i colori in sintonia della casa. Oltretutto corridoi e atri, se i soffitti sono molto alti, potete anche utilizzarli per nascondere gli impianti». 

Basta giocare la carta colore ed ecco l’effetto creato da Enrica Saviane dello studio Federico Peri all’interno delle suites di Amabilia a Milano.

Courtesy Amir Farzad

Percorsi a sorpresa come fulcro dell’appartamento

«Il corridoio è sempre una delle cose che più apprezzo nelle case. Sono dei percorsi che portano a qualche cosa che si può solo immaginare e per questo devono essere trattati in modo che aumentino la sorpresa» ci racconta Enrica Saviane dello studio Federico Peri che per lo studio si occupa di interior. Che continua: «non deve essere trattato come un mero spazio di passaggio e perdere di attrattiva rispetto al resto della casa. Deve anzi diventare il fulcro vitale dell’appartamento ed essere esteticamente equiparabile alle zone che connette, curate e pensate in ogni dettaglio. Per dargli valore usate il colore oppure una boiserie materica in legno e trovate i punti giusti per applicare delle applique in modo da scandire al meglio lo spazio. Se avete bisogno aiutatevi anche con dei quadri. Se la casa è del Novecento cercate di recuperare le porte sono un segno grafico che fanno risaltare lo spazio e rendetele evidenti magari usando una tinta che risalti. 

Legni e boiserie sono un altro effetto speciale usato da Enrica Saviane tra le quattro suite private, indipendenti, di Amabilia dimora del XIX secolo con affaccio su Piazza Duomo.

Tutto deve apparire come in un  teatro. E allora se il corridoio è buio, ancora meglio, non fa altro che aumentare la suspense, così al momento in cui si apre la porta della stanza a fianco, l’effetto della luce creerà la meraviglia». Per chi poi ha anche la fortuna di avere un atrio, Enrica Saviane – che ora sta occupando, insieme al marito, del nuovo progetto di Amabilia Private Suite Trieste e di alcune abitazioni private a Milano – ci suggerisce di trasformarlo in un perfetto biglietto da visita della casa e «se è abbastanza grande vale la pena di dargli più enfasi con qualcosa di centrale magari una seduta oppure azzardare una libreria che occupi tutte le pareti in modo da trasformare un luogo di passaggio in un ambiente dall’identità precisa, E poi una regola finale che vale per tutti è usare pochi elementi, magari giocando con sedute e pouf». 

Basta una Boiserie su disegno color salvia realizzata da Arclegno, un pavimeto originale per ridare vita al corridoio con affaccio sulla camera da letto in un progetto domestico firmato Dainlli Studio.

L’eleganza classica dei percorsi

Il coro è davvero unanime anche Marzia Dainelli non ha dubbi: il corridoio non si tocca. Anzi, va valorizzato. E non potevano esserci dubbi visti l’attenzione agli spazi di passaggio dei numerosi lavori di interior da lei portati a termine accanto al marito Leonardo, che invece si dedicata più al design collaborando con illustri brand come Giorgetti e Gallotti 6 Radice, per citarne solo alcuni.  «Segnano un percorso che è fatto di eleganza e classicità, sono dei fili che legano anche i ricordi. Se reinterpretati possono senza dubbio raccontare nuove storie. Senza pensare alla funzione solo lui è in grado di distribuire gli spazi al meglio». Per renderli più attuali ci suggerisce di optare «per soluzioni artistiche o magari mimetiche con porte e boiserie che non si vedono e si confondono con la parete. 

Boiserie su disegno effetto cannettata dipinta in nero antracite realizzata da Arclegno e pavimento in legno rifinito con resina Kerakoll è lo scenografico ingresso di  Dainelli Studio a Milano.Courtesy Alberto Strada

Se poi il corridoio è buio si può intervenire in modo teatrale con effetti di luce o con porte che non si vedono». E poi suggerisce «un’idea interessante è quella di fare leva sulle geometrie dei pavimenti magari facendo spuntare dalle porte dei decori per dare scansione agli spazi». Ogni strategia è utile, dall’abbassamento del soffitto che può essere usato per nascondere gli impianti, in modo anche da «creare volumi da amplificare con la luce». Per quanto riguarda il colore rassicura: «l’effetto scatola (colore su tutte le pareti soffitto compreso) aiuta ad allargare visivamente il percorso in modo da creare una prospettiva, con, come punto di fuga, sul fondo, una scultura luminosa. Per il resto faretti integrati e illuminazione puntata per mettere in luce i volumi, e perché no, anche i quadri». Basta parlare di atrio e subito le si illuminano gli occhi e il suo pensiero corre subito a Villa Necchi, e a questo proposito esordisce “nelle vecchie case non entri mai direttamente nel living, non era elegante». E ci consiglia di arredarlo così: «se ci sono finestre una panchetta, utile come piano d’appoggio quando entri in casa, altrimenti dei contenitori bassi. La cosa più importante è che tutto deve essere pensato in 3D in modo che tutto sia coordinato, soffitto compreso». 

Effetto scatola per l’ngresso della casa che conduce alla zona living con opere d’arte alle pareti in un lavoro di Dainelli studio all’interno della Torre Aria a Milano.

Courtesy Beppe Brancato

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