Inviata da Mario Bocola – Sembra che stia diventando consuetudine negli ultimi tempi nella scuola il “turismo didattico”, tra Erasmus, scite didattiche, viaggi d’istruzione, visite guidate, tanto che gli alunni trascorrano molto più tempo fuori dalle aule che dentro.
Sono, infatti, molte e diverse le attività fatte fuori dalle aule, accompagnati dai docenti a visitare luoghi ameni e bellezze del territorio. Forse il lavoro svolto all’interno delle classi è veramente “usurante” per cui è meglio accompagnare gli alunni in uscite, masserie didattiche, visite sul territorio, competizioni tra scuole per far in modo che possano esprimere al meglio le loro potenzialità.
Fatto sta che la didattica tradizionale oggi non è più possibile perché le nuove generazioni non sono più abituate all’ascolto e i
livelli di attenzione si sono sempre di più abbassati tanto, in certi casi, annullati completamente. Allora si cerca di compensare il lavoro svolto dentro le aule con attività extra che prevedono uscite didattiche al fine di interessare e suscitare al meglio la curiosità degli alunni, anche perché i nostri alunni stanno perdendo, con l’ossessionante uso degli smartphone, la curiosità di scoprire e imparare cose nuove.
Sembrano essere diventati apatici e disinteressanti, da una parte gli alunni; stanchi e demotivati alla professione dall’altra parte i docenti.