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Felipe Pantone, entriamo nell’incredibile dimora del creativo che voleva vivere in una galleria d’arte

Era un pomeriggio stupido e caldo – direbbero David e José Muñoz – uno di quei pomeriggi in cui Felipe Pantone, stanco delle temperature soffocanti di New York (città in cui viveva a quel tempo), cominciò a fantasticare sulle spiagge della Comunità Valenciana. L’argentino, giunto in Spagna a dieci anni e iniziato al mondo dei graffiti all’età di dodici, ha studiato Belle Arti a Valencia, dove attualmente ha sede il suo studio. “Ero seduto lì e mi chiedevo quanto valessero le case di Jávea. Stavo cercando qualcosa a Manhattan, ma era tutto troppo costoso e non mi convinceva. È così che ho trovato la casa, senza nemmeno muovermi dalla poltrona. Pochi giorni dopo sono andato a vederla e me ne sono innamorato all’istante”, racconta.

Accanto al tavolo da pranzo, sedie Zig Zag (1934) di Gerrit Thomas Rietveld, vaso bianco di Olivier Van Herp e scultura di Carlos Cruz-Díez. In fondo, sul piano di lavoro, una ciotola di Piet Parra e il famoso Juicy Salif di Philippe Starck.

Nacho Errando

L’artista, che non si fa mai vedere in volto, perché il suo lavoro resti sempre l’unico protagonista, ha voluto un cubo completamente bianco, quasi asettico, che gli permettesse di esporre la sua collezione di tesori: “Volevo che fosse una specie di galleria. L’idea è che ci siano pochi miei pezzi e che quasi tutti siano di maestri e professionisti che mi ispirano e che amo. Per me, vivere qui mi permette di mettere le cose ovunque. Non mi interessa mettere in risalto un divano, ma tutti i pezzi che ho la fortuna di avere”, dice. Un tempio dedicato all’arte che, tuttavia, che non è freddo, calcolato o addirittura impersonale. Al contrario, tutto ciò che questa costruzione di poco più di 200 m2 ospita al suo interno è, appunto, parte della storia di Pantone. E nonostante la consuetudine, nel mondo dell’interior design, sia quella di tenersi lontani dal look “da museo”, l’aspetto di questa casa è fuori da ogni regola.

Nel soggiorno-sala da pranzo, sulla scrivania, una scultura di Boris Tellegen, un’opera multicolore dell’artista texano Dan Lam e My new flame di Ingo Maurer (2012). Sotto la lampada, un’opera di Felipe Pantone. A sinistra, accanto al computer, un’opera di Julio Le Parc.

Nacho Errando

L’anti-tendenza del visual

La costruzione, opera di Esther Santos, “un architetto di Madrid che fa quasi tutto a Jávea e Ibiza”, era pronta per essere abitata. “Realizzano le case a loro piacimento, e si prendono tutto il tempo del mondo. Le vivono anche un po’”, spiega Pantone, e questo, assicura, si nota nei dettagli e nel carisma dello spazio (come nel caso delle porte scorrevoli che si aprono completamente per lasciare la casa “praticamente all’aperto”).

Oltre alla scelta degli arredi, la spettacolare piscina che si vede dal soggiorno e si affaccia sul mare è di produzione propria. La regina di tutte le feste in origine era completamente bianca e la creativa ha deciso di decorarla con tessere di onice per creare un’opera di grandi dimensioni che giocasse con il colore, l’acqua e la luce. “È anche un esercizio, quello di collocare qualcosa con molta forza e grande presenza in un luogo che prima era completamente diverso. Il risultato è uno spazio accogliente in cui posso condividere il mio lavoro con le persone che per me sono importanti”.

La terrazza.

Nacho Errando

La piscina.

Nacho Errando

Residenza a tempo pieno durante i mesi più caldi – da maggio a fine ottobre nella zona – e part-time durante l’inverno, la dimora è un’estensione degli interessi del suo proprietario. Un vero rifugio in cui lavorare quando il tempo scorre – “in studio non sempre riesco a concentrarmi, e venire qui mi dà la pace di cui ho bisogno”, dice un Felipe Pantone devoto alla sua professione – ma che permette anche al creativo di socializzare con il suo passato, presente e futuro. “Il mio angolo preferito è il soggiorno-sala da pranzo-cucina. Qui ho il mio computer e posso progettare mentre qualcuno fa un barbecue o si gode la piscina. È lo spazio in cui succede tutto”.

Da sinistra a destra, la lampada da tavolo Tatu di Santa&Cole, l’opera in bianco e nero Ondes Par Deplacement du Spectateur di Julio Le Parc e la scultura multicolore Transchromie á six éléments di Carlos Cruz-Díez.

Nacho Errando

Sul tavolo centrale, una scultura a forma di razzo di Futura 2000, una zucca lunare di Yayoi Kusama e una poltrona Archibald di Felipe Pantone e Poltrona Frau.

Nacho Errando

Proprio in questa stanza, in cui confluiscono la maggior parte degli aneddoti e delle idee che volano qua e là per la casa, sono presenti alcuni dei nomi preferiti dell’artista: Julio Le Parc, Futura 2000, Yayoi Kusama e Tomás Sarraceno. “L’arte è tutto, non riesco a pensare a un luogo o a una cosa migliore in cui investire. Da quando ho iniziato a lavorare nel settore ho iniziato a scambiare opere con gli amici e ora tutto ciò che posso comprare, lo compro. Mi piace vivere circondato da lavori che mi ispirano o che mi hanno ispirato. Progettare con i maestri è fantastico”, dice, prima di farci vedere i suoi oggetti preferiti.

Nella camera da letto principale, sopra il letto, dipinti di Carlos Cruz-Díez e sculture dell’artista Pichiavo. Sullo sfondo, il lettino Surf di Karim Rashid per Vondom.

Nacho Errando

“Quando compro qualcosa, lo faccio perché cattura la mia attenzione, perché ha un valore storico o perché mi motiva. Le sedie Zig Zag, ad esempio, appartengono al movimento De Stijl. Ci sono anche cose più classiche come il Soft Pad degli Eames o il movimento Memphis, che è legato all’arte ottica”. La collezione è completata da pezzi di Carlos Cruz-Díez, una delle più grandi ispirazioni dell’artista per i suoi effetti cinetici (“sono opere che ho visto nei libri, erano assiomi su cui costruire, e ora vivo insieme a loro”, dice) o di Olafur Eliasson, come la scultura Your mutual appreciation compass, della serie Compass travellers (2022), è appesa nella sala principale. “Da quando Olafur dipinge con lo spray? Inoltre, la freccia è rivolta verso nord, il che mi ricorda sempre un paio di cose”, dice.

Sedia Modernica Inc. (2019) di Felipe Pantone, dipinto di Vizie e, da sinistra a destra, sculture di Cleon Peterson, Taku Obata e Kaws. Alla parete, opere di Lucas Benarroch.

Nacho Errando

Tappeto del giapponese Takashi Murakami, scultura di Steven Scicluna e dipinto Configurable Art (2018) di Felipe Pantone accanto a Futura 2000.

Nacho Errando

Sulla parete del soggiorno, un’opera di Felipe Pantone e, in primo piano, Your mutual appreciation compass, dalla serie Compass travellers (2022), di Olafur Eliasson, uno degli artisti preferiti del creativo.

Nacho Errando

Nacho Errando

Articolo pubblicato su AD Spagna, adattato da Paola Corazza.

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