Giornate del Fai di primavera, 24 mila visitatori ai beni in città. Al top Palazzo Clerici, successo per l

Tra sabato e domenica oltre 24 mila persone hanno visitato i beni del Fai di Milano, in tutta la Lombardia i visitatori sono stati circa 72 mila. Il più visitato dei beni Milano è stati Palazzo Clerici, con 3.500 ingressi nel fine settimana, della rassegna di primavera 2023 del Fondo per l’Ambiente Italiano, seguito dagli studi Rai di corso Sempione con 3.000 persone e da Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, con 2.700 ingressi.

La dimora della ricca famiglia patrizia in via Clerici 5, detta nel Seicento la “Contrada del prestino dei Bossi”, si posiziona al quarto posto della classifica nazionale tra i luoghi più visti in Italia tra sabato e domenica; gli studi Rai sono al quinto, Palazzo Marino è un po’ più indietro mentre c’è molta soddisfazione per le 2.027 persone che tra sabato e domenica hanno invece scelto di visitare l’Ippodromo del galoppo davanti allo stadio Meazza, dove per la prima volta sono state aperte al pubblico le scuderie originarie dei cavalli, del 1924, e la Palazzina del Peso, struttura in stile liberty dove prima e dopo le gare, nella sala Bilancia, vengono pesati i fantini e le loro selle.

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Ad accompagnare come narratori la stragrande maggioranza dei visitatori italiani e milanesi, molti dei quali per la prima volta all’ippodromo Snai San Siro che fu inaugurato nel 1920 ci sono state, dalle 10 alle 18, venticinque guide volontarie del Fai (18 oratori sabato per 1.004 persone, e 7 oratori domenica per altre 1.023 persone). Oltre a loro, 17 persone per l’accoglienza più 11 tra volontari della Protezione civile e della Croce Rossa.

I racconti dei ciceroni, snocciolati all’interno del percorso lungo un viaggio di 7 tappe, sono cominciati dal piazzale dell’ingresso dell’ippodromo, dove c’è la monumentale statua di bronzo del Cavallo di Leonardo. Alta circa 7 metri e mezzo, pesa 10 tonnellate e poggia su un basamento di marmo di circa 2 metri per 2. “Il muso del cavallo guarda verso la Madonnina del Duomo come protezione alla città”, spiega Giovanni Maria Conti, volontario del Fai da 10 anni, responsabile dell’apertura dell’Ippodromo per le giornate del Fai assieme a Clarissa Rosati e a Bruno D’Arrigo.

“Quando venivo qui da bambina con mio papà a vedere le corse mi sembrava tutto immenso e i cavalli mi apparivano giganteschi come questo qui – racconta Marisa Cincotto, 67 anni -. Scommettevamo 50 lire, 100, 200 lire ai botteghini. Non tornavo da sessant’anni e mi sembra tutto diverso ma qualcosa riconosco, la palazzina, ad esempio”.

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Seconda tappa, la tribuna storica costruita all’inizio del Novecento dove la vista si apre ad uno spazio gigantesco sulle piste verdi. “Lì potete vedere anche una panchina – spiegano le guide – sulla quale si sedeva il più grande allevatore e allenatore di purosangue italiani, Federico Tesio, perché da lì riusciva a giudicare la virilità, la possenza e la salute dei cavalli in corsa”.

Dopo la palazzina con la stanza del peso e gli spogliatoi dei fantini – per Anita e Niccolò, 29 e 31 anni, milanesi, “una immersione in un’atmosfera ottocentesca tra cose antiche e mobili antichi” – la visita prosegue al tondino, dove prima delle gare i proprietari e gli allevatori presentano i cavalli agli scommettitori, e alla zona dell’insellaggio dove i cavalli vengono visitati dal veterinario e preparati per la partenza. “Interessante, non ci ero mai stata e tornerò una volta a vedere il mondo delle corse. Non è male però non scommetterò”, dice la signora Alessandra.

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Quindi, le scuderie dove un artiere racconta il mestiere di colui che si prende cura del cavallo per il proprietario, e di nuovo la facciata liberty della tribuna, il bar del Turf e il parco botanico, dove ci sono oltre 72 specie di piante. Diverse persone chiedono cosa significa “turf”, e viene spiegato che nel linguaggio dell’Ippodromo turf vuol dire pista; altre domandano cosa significhi l’acronimo SIRE, scritto sul palazzo principale, che sta per “Società incremento razze equine”. Per Rita Airaghi, una signora iscritta al Fai, “questi polmoni verdi vanno conservati e possibilmente arricchiti. Che in queste operazioni di bellezza del Fai siano coinvolti molti ragazzi è estremamente importante”. 

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