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Grace Kelly, una vita da star attraverso le sue case

La vita da star di Grace Kelly, un mito tra cinema, ville e lusso

Una stella clamorosa dell’epoca d’oro del cinema, la “buona” del duo che formava con Ava Gardner (amica e confidente). Una donna molto più ribelle, femminista e contemporanea di quanto immaginiamo, e anche molto più povera.  Vi sembra strano? Non c’è da stupirsi. Perché la sua esistenza è trascorsa tra ville e palazzi, haute couture e gioielli, balli e scandali che l’epoca ha saputo nascondere.

«L’idea che la mia vita sia stata come una favola è, di per sé, una favola», disse Grace Kelly.

@ Getty Images

Nel 2016, Alberto di Monaco ha comprato una casa a Philadelphia per 755.000 dollari. Non una casa qualsiasi, ma proprio quella in cui nacque sua madre. Si tratta di un edificio in stile coloniale eretto nel 1928 dal campione olimpico John Kelly, padre di Grace, dove lei ha vissuto e nel cui seminterrato ha annunciato il suo fidanzamento con Ranieri.

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Per restituirla al suo stato originale ha impiegato due anni di ristrutturazione. È sorprendente che una delle attrici più ricercate di Hollywood non abbia accumulato proprietà. Anche il suo chachet era paragonabile a quello di Audrey Hepburn, quando morì, il conto a lei intestato raggiungeva a malapena i 10.000 dollari (circa 8.500 euro), a differenza del suo compagno, che ha accumulato 85 milioni di dollari, come rivela il documentario Grace Kelly: The Missing Millions. Anche così, non ha mai rinunciato al lusso.

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Qui la vediamo durante il suo periodo di successo nella casa di famiglia a Ocean City, sulla costa del Maryland. Un edificio che appartenne alla sua famiglia dal 1929 fino al 2001 e da dove una giovane Grace andava al ristorante The Chatterbox a lavorare come cameriera. Questa villa in stile mediterraneo, con muri di calce e tetto di tegole, aveva anche una piscina sul retro ed era molto vicina alla spiaggia. Non ci sono foto dell’interno, la famiglia ha posato soltanto all’esterno e gli attuali proprietari non ne rivelano i segreti. Quello che si sa è che diversi milioni di dollari dovettero essere sborsati per acquisirla, anche se non si è mai saputo quanti fossero.

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Se oggi si parla della genetica degli Hemsworth, tra genitori, partner, figli…. Prima di loro c’erano i Kelly, che illustrano in sintesi cosa significhi essere più che perfetti. Nonostante sia considerata un mito, fu anche un’attrice che lavorò dal 1951 al 1956, prima in televisione e poi al cinema, debuttando nel ’53 con Mogambo, vincendo un Oscar nel 1954 per La ragazza di campagna, girando con Hitchcock Caccia al ladro e La finestra sul cortile e ritirandosi nel ’56 con Il cigno e Alta società. Nel 1955 incontrò Rainieri a Cannes, che cercava il partner perfetto con cui attirare milionari e aristocratici nel principato.

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Nel libro Beberse la vida: Ava Gardner en España di Marcos Ordóñez, si dice che Grace visitasse molto spesso la sua grande amica, in fuga dalla sua vita in corsetto e pronta a divertirsi quanto o più di lei. L’appartamento di Ava, in Paseo de la Habana, era testimone delle loro feste. Quando l’inquilino del piano di sotto, Perón, si lamentava sempre, pare che loro uscissero sul balcone per insultarlo. Tutto secondo questo libro. Al suo ritorno a Monaco, interpretò ancora una volta il ruolo di una donna che sembrava tutt’altro che terrena.

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Riguardo alla sua morte, avvenuta in un incidente d’auto nel 1982, girano diverse leggende circa chi guidasse. Grace visse nel palazzo-fortezza Grimaldi, un’architettura del XIII secolo, le cui stanze, rinnovate durante i secoli XVII e XVIII, oggi sono visitabili (Corte d’Onore, la Galleria d’Ercole, la Galleria dei Cristalli, il salone e la camera da letto York, il salone e la camera da letto Luigi XV, la sala del trono, oltre a dipinti, affreschi, arazzi e mobili.). Angoli che, secondo alcune voci, la madre di Caroline e Stephanie, nonché nonna di Charlotte, percorreva anelando Hollywood. Ma non lo sapremo mai, perché come ha detto lei: «Una persona deve tenere qualcosa per sé o la sua vita è solo un layout in una rivista».

Articolo originale pubblicato su AD Spagna

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