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I bruchi diventano farfalle

Nell’ultima fase di Keichitsu, appena prima dell’equinozio di Primavera, la Natura si risveglia con il più esemplificativo degli indizi: i bruchi che si erano addormentati nell’inverno, si risvegliano e diventano meravigliose farfalle.

16-20 Marzo

菜虫化蝶 Namushi chō to naru: i bruchi diventano farfalle

Questo periodo vede le prime farfalle cominciare a svolazzare tra i fiori appena spuntati. Sembra pochissimo tempo fa che il freddo stringeva in una morsa il terreno e ora il tempo è cambiato così velocemente che la primavera è giunta improvvisamente.

I bruchi di cui si parla in questa poetica microstagione sono quelli più comuni delle farfalle cavolaie, quelli che si arrampicano sugli steli dei fiori di colza, quelle macchie giallissime che fanno compagnia alle prime fioriture rosa che si trovano in questo periodo.

fiori di nanohana con farfalla cavolaia
Fiori di nanohana – Colza – con farfalla cavolaia

Le cavolaie sono farfalle semplici, comuni, dalle ali bianche, che abitano prati e campi e che fanno immediatamente pensare alle belle giornate all’aria aperta. In giapponese queste farfalle danzanti ed effimere vengono chiamate 夢見鳥 (uccelli dei sogni) o 夢虫 (insetti dei sogni), un nome poetico che richiama la delicatezza e la bellezza di questo momento.

La maggior parte delle farfalle bianche che appaiono nei dipinti e nella letteratura sono una specie autoctona giapponese chiamata Sujiguro.

Nanohana i fiori gialli della primavera

I fiori di colza che fioriscono prorompenti in questo periodo in Giappone vengono chiamati nanohana e oltre a essere bellissimi, si mangiano pure.

Parco Hanamiyama a Fukushima, Tohoku
Parco Hanamiyama a Fukushima, Tohoku – Fiori di colza e fioriture di ciliegi e peschi in primavera

Ci sono molti parchi che in questo momento dell’anno offrono una visione stupenda della fioritura primaverile, che mettono a contrasto il rosa chiaro e il bianco di ciliegi e peschi col giallo intensissimo di questi fiori. La colza viene coltivata per lo scopo principale di ottenerne l’olio, ma nella ricca cucina nipponica, vengono utilizzati i tenerissimi boccioli di fiori non ancora dischiusi, lessati e appena scottati come piccolo contorno e oitashi dal gusto delicato. Che siano conditi con karashi – la piccante senape giapponese – oppure con un leggero brodo a base di katsuobushi, sono un piatto tipicamente di stagione.

Stanno per arrivare anche le rondini: comincia la bella stagione!

Ecco una ricettina al volo se vi capita di andare in giro a fare una passeggiata e raccoglierne qualche stelo:

Nanohana oitashi

ingredienti
400 grammi di nanohana non fiorito
200ml di brodo dashi
20ml di salsa di soia

Preparazione
Bollire il nanohana per 2 minuti, quindi immergere in acqua fredda. Asciugare con un tovagliolo di carta per eliminare l’acqua in eccesso e tagliare gli steli in pezzi da circa 5 cm.
Mescolare il dashi e la salsa di soia in una ciotola e marinare il nanohana per 15 minuti.
Scolare e servire il nanohana come contorno.

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