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Il lavoro a maglia fa bene al cuore, alla mente e all’anima. E diventa terapia negli ospedali

C’è un associazione, tutta italiana, che si occupa di creare e consegnare alle persone dei kit personali per il lavoro a maglia. Stiamo parlando di Gomitolorosa, una Onlus impegnata a promuovere i benefici della knitting therapy all’interno degli ospedali d’Italia, e nei reparti di oncologia.

La missione è quella di permettere a tutti i pazienti degli ospedali con cui l’associazione collabora, circa 20 al momento, di beneficiare del potere della lanaterapia. Lavorare a maglia, infatti, diminuisce lo stress e le preoccupazioni, aumenta la concentrazione e incrementa il benessere personale, fisico e mentale, alla stregua dell’attività di meditazione.

A confermare tutti i benefici della lanaterapia, o knitting therapy, è stata proprio la scienza. Sono numerose, infatti, le ricerche che hanno rivelato che il lavoro a maglia fa bene al cuore, alla mente e all’anima, ed è per questo che si è trasformata in una terapia negli ospedali.

Lavorare a maglia per combattere lo stress e le preoccupazioni

Come abbiamo anticipato, sono numerose ricerche scientifiche che parlano del lavoro a maglia come una vera e propria terapia. Una di queste arriva proprio da Gomitolorosa, la Onlus che ha scelto di lanciare un progetto dedicato alle pazienti di oncologia nei reparti degli ospedali italiani con i quali collabora. La lanaterapia, in questo caso, aiuta a combattere le ansie e le preoccupazioni conseguenti alla gestione della malattia, ma contribuisce anche al miglioramento dell’umore e dell’autostima.

Che il lavoro a maglia fosse un potete anti stress lo aveva già intuito il dottor Alberto Costa, medico e chirurgo oncologo, che dopo aver osservato le pazienti che lavoravano all’uncinetto durante i tempi di attesa negli ospedali, ha scelto di fondare Gomitolorosa e, attraverso le attività dell’associazione, di diffondere e praticare la lanaterapia all’interno degli istituti ospedalieri.

“Lavorare a maglia distrae dalle preoccupazioni, aiuta a percepire meno il dolore, agevola i processi di socializzazione e migliora l’autostima perché implica un obiettivo e il suo raggiungimento”, ha dichiarato il dottor Costa. Così ecco che il knitting è diventato lo strumento terapeutico per ritrovare il benessere psicofisico.

Le esperienze di chi lavora a maglia nel tempo libero non possono che confermare tutti i benefici già intuiti dagli esperti negli anni. Ma per scoprire cosa accade davvero a livello cerebrale, la Onlus Gomitolorosa ha indetto uno studio coinvolgendo neurologi, psicologi e neurofisiologi.

La ricerca scientifica che svela perché lavorare a maglia è una terapia

Sono tanti gli scienziati che nel tempo hanno provato a indagare i numerosi benefici del lavoro a maglia, paragonandoli proprio alla meditazione. Il ricercatore Jon Turney, nel suo The culture of knitting, ha sottolineato che l’attività ripetuta porta la mente a uno stato di calma, mentre Katz-Frieberg ha evidenziato come lavorare a maglia può liberare dalle preoccupazioni e indurre in uno stato contemplativo.

Così la Onlus Gomitolorosa ha avviato insieme all’IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, e in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Reading, un progetto che mira a studiare le attività cerebrali durante questa pratica. Gli esperti monitoreranno l’attività magnetica e elettrica cerebrale prima e dopo il lavoro a maglia dei volontari che si sottoporranno allo studio.

L’obiettivo, come ha dichiarato il dottor Alberto Costa “È di confermare quello che le volontarie e i volontari della nostra associazione sperimentano empiricamente ogni volta che prendono in mano i ferri e si sentono meglio“.

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