La Culvert Guesthouse di nendo in Giappone utilizza tecniche costruttive diversissime, combinata a una creatività senza limiti. Il risultato è un linguaggio semplice e sofisticato.
È un’architettura funambolica, capace di atterrare sul paesaggio come un oggetto non identificato e di animarsi come presenza organica in esso. È la Culvert Guesthouse di nendo in Giappone, progetto emblematico del linguaggio semplice e sofisticato di Oki Sato, che in questa onirica struttura crea un luogo per oggetti e persone. «Cercavo un posto dove archiviare tutti i nostri progetti e prototipi», ci racconta. «Tramite un amico ho trovato un lotto di terra a buon mercato in una foresta di pini rossi a Miyota-machi, nella prefettura di Nagano. Inizialmente l’idea era di costruirvi un magazzino. Poi lavorandoci su ci siamo detti: “Ma non sarebbe sufficiente sistemare i tubi giganti utilizzati per le opere di ingegneria civile?”. E così è partita la ricerca». Una ricerca incredibile.
Culvert Guesthouse è uno di quei progetti da guardare da vicino, cercando di mitigare l’abbaglio della sua dirompente estetica per soffermarsi sul piacere dei dettagli. È un’architettura che utilizza tecniche diversissime, alcune strutture sono prefabbricate, altre precompresse, un metodo utilizzato in ingegneria civile, per i ponti ad esempio, in cui le parti vengono allineate e poi serrate con fili per collegarle in tensione; le vetrate, anche di 10 metri, sono prive di telai metallici e inserite nella struttura seguendo invece l’antica arte delle porte shoji in pannelli di carta di riso, mentre le maniglie scompaiono, disegnate come forme cave direttamente nel cemento.
«All’epoca ci aspettavamo di creare qualcosa di primitivo come canali e gallerie, immaginando un sistema in cui gli spazi potessero essere ampliati in modo flessibile in futuro. Dopo aver realizzato alcuni mockup, ci siamo resi conto che, con un po’ di creatività, avremmo potuto sviluppare un’architettura in grado non solo di conservare le nostre opere, ma anche di ospitare gli esseri umani. È così che abbiamo ottenuto questa forma».
L’edificio è composto da quattro “tunnel” sovrapposti, coperti da un tetto al centro. Oltre a un deposito lungo e stretto con una profondità di circa 40 metri, ci sono due magazzini più piccoli. Le parti comuni, quadrangolari, pesano circa 12 tonnellate l’una, e sono 63. Le dimensioni dei pezzi sono state stabilite in base alle misure di carico del camion di consegna e al peso che poteva essere sollevato da una gru. Un’armatura all’ingresso funge da rinforzo e aumenta la resistenza ai terremoti. La cucina e il bagno sono al primo piano, mentre una camera da letto compatta e uno studio si trovano al secondo. «A dire il vero, non mi sarei mai aspettato che qualcuno soggiornasse qui… Vorrei solo iniziare in piccolo, ospitando il personale di nendo, le loro famiglie e i loro amici, e poi le persone che ci sostengono regolarmente. Stiamo valutando un’espansione, con aggiornamenti funzionali, ma anche possibili strutture che permettano ai visitatori di godere della natura, con un ruscello che attraversa il sito». La creatività di nendo non ha limiti.