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LA MOSTRA IN RICORDO DI FRANCESCA COLOMBINI CINELLI – James Magazine

Che con la scomparsa di Francesca Colombini Cinelli – per tutti la Signora del Brunello, mancata il 30 dicembre scorso – si sia chiusa un’epoca, non ci sono dubbi.

Ritratto di Francesca Colombini (1992)

Francesca però era non tanto, o non solo, l’ultima dei grandi artefici della fase pionieristica del più famoso dei vini toscani, ma soprattutto l’ultima ad aver incarnato alla perfezione quella particolare figura, a cavalcioni tra l’imprenditore e il proprietario terriero, tra il visionario e il conservatore, tra l’aziendalista e il disincantato, di cui l’ambiente vinicolo italiano è stato a lungo popolato e che, per ragione anagrafiche, va pian piano scomparendo.

Francesca Colombini ed Enzo Biagi (1996)

Una donna forte, dalla personalità complessa, poliedrica, a tratti anche spigolosa, ma con alcuni tratti salienti meno noti. Come l’affabilità e la signorile informalità. Ossia la capacità innata di saper ricevere, accogliere, frequentare chiunque senza mai porsi su un piedistallo ma, al tempo stesso, sempre tenendo bene in pugno le redini della situazione.

Ed è forse questo che, più di tutti, emerge dalla bella mostra fotografica che Stefano, nel 1999 succeduto alla mamma alla guida della storica azienda di famiglia, la Fattoria dei Barbi, ha voluto dedicarle a Montalcino, inaugurandola il 9 marzo scorso, giorno in cui la madre avrebbe compiuto 93 anni.

Una mostra che volutamente non ha un titolo e neppure la solennità delle esposizioni commemorative, perché si tratta soprattutto di un omaggio alla quotidianità di chi ha saputo cavalcare, da par suo, un arco temporale che va dalla mezzadria all’agricoltura di precisione, dal dopoguerra alla generazione zeta: “è stata una donna dai molti volti. Per quasi un secolo, una delle maggiori personalità del vino italiano. Ma io ho voluto ricordarla con le immagini, i video, le sue pitture, le sue ceramiche, andando a ripescare anche fra le cose e gli scatti privati, le foto giovanili, le interviste”, commenta il figlio.

Francesca Colombini e Federico Fellini (1981)

Francesca Colombini regala il suo Brunello al Presidente Sandro Pertini (1982)

Passano così in rassegna, riprodotte in un grande formato e in un allestimento che, all’interno di due sale della cantina, senza ridondanza sottolinea il taglio quasi intimo dell’esposizione (resterà aperta fino al 31 dicembre 2023, con ingresso libero per tutti i visitatori della Fattoria) tanto le istantanee più famose con Pertini, Fellini, Biagi e altri personalità dell’arte, della letteratura e della politica, quanto quelle scattate in occasioni più familiari. O durante i tanti pranzi, cene, premi che donna Francesca ha organizzato a casa nel corso della sua lunga vita, sempre pervasi da un’atmosfera di sobria eleganza. Non mancano i ritratti della bambina e della ragazza, quelli col marito Fausto e i figli Stefano e Donatella ancora bambini. E, ovviamente, nemmeno quelli col proverbiale calice di Brunello in mano.

La scrivania di Francesca Colombini

Al centro di una sala troneggia inoltre il suo tavolo da lavoro. Niente di monumentale, solo gli oggetti in uso tutti i giorni e appartenuti alla generazione di chi la viticoltura l’ha vissuta in presa diretta: carta, penna, calcolatrice meccanica, agenda cartacea, la lente d’ingrandimento.

Mi ricordo bene quando mi mandava a chiamare”, racconta un suo fidato braccio destro, ora in pensione. “O erano gioie, o erano dolori. La signora non perdeva mai tempo in chiacchiere, andava dritta al punto. Era una che si arrabbiava, ma se sbagliava sapeva anche chiedere scusa. E aveva un occhio per tutto, era attenta ai dettagli. Ad ogni Natale non solo faceva un regalino ai figli di ognuno dei dipendenti, ma lo personalizzava col nome e assecondando i gusti, perfino la personalità del destinatario”.

Francesca Colombini (2001)

C’è un ultimo dettaglio che si rivela a chi sa bene osservare la mostra e a chi, come chi scrive, Francesca Colombini l’ha conosciuta bene: il senso della memoria e della consapevolezza di essere stata il testimone di grandi cambiamenti. Una consapevolezza che in parte mostrava nei suoi libri e nelle conversazioni, in parte teneva per sé, affidandole a riflessioni condivise coi più intimi. Come il romanzo storico rimasto nel cassetto e, indirettamente, autobiografico.

fattoriadeibarbi.it

Cover: Francesca Colombini (ritratto, 1950)

Da cronista al Giornale di Montanelli ho imparato tutto, ma ho preferito fare il freelance di viaggi, cultura, costume, agricoltura, economia, turismo, enogastronomia. Scrivo per Dove, Civiltà del Bere, Espresso, Touring, Corriere Vinicolo. Insegnante di giornalismo al “Tobagi” di Milano e per l’OdG, fondatore di Neos e Aset, amo l’Inter e il r’n’r. Il mio blog è alta-fedelta.info.

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