l’irlanda-mettera-l’health-warning-in-etichetta.-insorge-l’italia-del-vino

L’Irlanda metterà l’health warning in etichetta. Insorge l’Italia del vino

L’Irlanda metterà l’health warning sul consumo di alcol in etichetta. Dopo mesi di suspense, il dado è tratto: l’Europa non si è opposta e ora gli esponenti di vino e food italiano insorgono.

L’obiettivo di applicare su tutti i prodotti alcolici, compresi birra e vino, etichette di “warning” per la salute, con indicazioni quali “l’alcol provoca malattie del fegato” oppure “alcol e tumori sono collegati in modo diretto”, era stato messo sul tavolo delle discussioni già l’anno scorso. A giugno 2022, infatti, Dublino aveva notificato alla Commissione Europea il Public Health Alcohol Labeling Regulations che prevedeva l’obbligo di riportare sull’etichettatura e sulla presentazione delle bevande alcoliche indicazioni relative a cancro, donne in gravidanza e malattie del fegato.

A fine 2022 è terminato il periodo di moratoria e, in assenza di ogni azione da parte della Commissione Europea, l’Irlanda ha ricevuto un sostanziale via libera alla normativa, nonostante le ampie critiche inviate nei mesi scorsi da oltre dieci Paesi, tra cui Italia, Francia e Spagna.

“Il silenzio assenso di Bruxelles a Dublino relativo alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro”, commentat il Presidente di Unione Italiana vini (Uiv) Lamberto Frescobaldi. “Temiamo che la Direzione generale per la Salute voglia adottare nei prossimi mesi questo approccio a livello europeo lasciando nel frattempo libera iniziativa ai singoli Paesi membri, al fine di sdoganare sistemi adottati senza un previo dibattito pubblico a livello europeo”. Allo stesso modo Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha dichiarato all’Ansa di essere sorpreso di come “la Commissione europea non prenda minimamente in considerazione la posizione approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Ue che, nella risoluzione sulla lotta contro il cancro del febbraio scorso, ha categoricamente escluso l’introduzione di sistemi di etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette”.

“Si tratta di un sistema unilaterale – chiosa la Presidente di Federvini Micaela Pallini – che spacca il mercato unico europeo, una modalità discriminatoria perché non distingue tra abuso e consumo e criminalizza prodotti della nostra civiltà mediterranea senza apportare misurabili ed effettivi benefici nella lotta contro il consumo irresponsabile. Chiediamo che il Governo Italiano si attivi quanto prima per studiare ogni azione possibile, nessuna esclusa, per osteggiare una norma che contrasta con il buon senso e la realtà. Forse è giunta l’ora che il tema venga trattato a livello politico in ambito Ue, non da soli ma con i partner europei che hanno già manifestato gravi perplessità su questo tipo di normativa. È necessario una presa di posizione di fronte al mutismo della Commissione Europea”.

A rispondere alla normativa è anche l’organizzazione dell’agricoltura italiana Coldiretti. “Il via libera dell’Unione Europea alle etichette allarmistiche sul vino è un attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più della metà all’estero”. Tale decisione oltre a mettere a rischio il principio di libera circolazione delle merci, metterebbe a rischio un’intera filiera che in Italia garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro. “È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino in Italia”, afferma il presidente dell’associazione Ettore Prandini.

Secondo un sondaggio online condotto sul sito di Coldiretti le conseguenze della normativa sarebbero concrete tra i consumatori. “Una scelta che rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori come dimostra il fatto che quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette”.

Related Posts