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Mamma e papà torturati e uccisi: lo Stato chiede al figlio di pagare le spese per il killer

Una storia tragica che si tinge di assurdo. Lo Stato italiano sta chiedendo al figlio delle vittime di pagare per l’assassino dei suoi genitori.

Il duplice omicidio avvenne sedici anni fa, nel 2007. Le vittime furono Guido Pellicciardi e la moglie Lucia Comin assassinati nella  villa in cui lavoravano.

Daniele Pellicciardi treviso
Le due vittime/ archivio web-Leggilo

Oggi lo Stato chiede al figlio, Daniele Pellicciardi di pagare per il killer. Una prima cartella esattoriale a Daniele Pelliciardi era arrivata ancora nel 2019 con la richiesta di pagare le spese di iscrizione a ruolo della sentenza che lo aveva visto vincente nei confronti del ministero dell’Economia. A perdere era stato Naim Stafa, l’albanese accusato di essere la mente del brutale omicidio dei suoi genitori Guido Pelliciardi e Lucia Comin. Chi perde paga e, nel caso specifico, avrebbe dovuto farlo Stafa. Che è detenuto in carcere e non ha dispone di denaro. Non solo: a quanto pare a Stafa lo Stato avrebbe dovuto riconoscere 111mila euro per ingiusta detenzione. Ma dopo il brutale assassinio per il quale l’uomo sta scontando l’ergastolo, sarebbe stato assurdo che gli riconoscessero quel risarcimento. Era intervenuto l’avvocato di Pelliciardi, riuscendo a far sì che quella somma andasse a Daniele in quanto figlio delle vittime. L’uomo ha utilizzato il denaro per pagare le spese legali della lunga vicenda giudiziaria conseguente all’omicidio dei suoi genitori. «A farsi carico delle spese avrebbe dovuto esser lo Stato, che però non l’ha fatto. Così l’Agenzia delle Entrate è arrivata a chiedere i soldi a me” – ha spiegato Pellicciardi.

Il massacro dei genitori 

Daniele Pellicciardi Treviso
Daniele Pellicciardi/ archivio web-Leggilo

Sono passati sedici anni da quell’agosto 2007 quando i genitori di Daniele vennero ritrovati massacrati. Il loro assassino, l’albanese Naim Stafa, all’epoca 33enne, prima del delitto di Gorgo, era stato incarcerato con un altro nome. Ragion per cui era riuscito a ottenere un risarcimento dal tribunale di Napoli pari a 111mila euro. Nel frattempo Stafa aveva conosciuto il 19enne romeno Alin Bogdaneanu che lavorava nella fabbrica della famiglia Durante. I due, assieme ad un terzo complice,  Artur Lleshi. I tre avevano puntato gli occhi sulla villa della signora Elvira Durante -a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso – dove i genitori di Daniele lavoravano come custodi. In quella notte del 21 agosto era stato messo in atto quello che doveva essere un furto, degenerato poi in omicidio. I genitori di Daniele Pellicciardi furono torturati e uccisi con 180 colpi di cacciavite e colpiti a sprangate. Nella successiva lunga fase giudiziaria, a Daniele Pelliciardi è stato riconosciuto un risarcimento di 1 milione di euro. Soldi che lui non ha mai visto in quanto i tre risultavano nullatenenti. C’erano però quei 111mila euro che lo Stato doveva riconoscere a Sfata e che l’avvocato di Pelliciardi era riuscito a bloccare. “Le spese di deposito della sentenza dovevano essere a carico di Stafa. Nel 2019 appena mi arrivò la cartella esattoriale il mio avvocato inoltrò subito una comunicazione ufficiale, facendo presente l’errore. Nessuno da allora gli ha risposto… Il peggio comunque è che non mi consentono di mettere la parola “fine” una volta per tutte a questa vicenda“- ha concluso l’uomo. Di contro chi non riceverà nemmeno un soldo sono i genitori del povero Giuliano De Seta, morto a 18 anni durante uno stage.

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