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Monica Lewinsky: la donna e lo scandalo

Correva l’anno 1998 quando, lo scandalo del sexgate, infiammò l’estate statunitense. Non poteva essere altrimenti, perché al centro delle vicende politico-sessuali passate agli onori della cronaca c’era proprio lui, il Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, che aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con una stagista ventiduenne. Il suo nome era Monica Lewinsky, e questa è la storia dello scandalo d’America.

Il nome di Monica Lewinsky lo conosciamo tutti, non tanto per la carriera della donna, oggi psicologa e personaggio televisivo, quanto più per lo scandalo legato alla Casa Bianca popolarmente noto come sexgate. Ma chi era quella giovane stagista che fece perdere la testa al presidente degli Stati Uniti?

Monica Samille Lewinsky nasce a San Francisco il 23 luglio del 1973 da una famiglia ebrea. Suo padre, Bernard Lewinsky, fu costretto a trasferirsi in America proprio per sfuggire al nazismo. Monica cresce nella California meridionale, e più precisamente nel Westside di Los Angeles. Dopo essersi laureata in psicologia al Lewis & Clark College nel 1995 decide di trasferirsi a Washington, ed è lì che viene assunta come stagista presso la Casa Bianca.

Sono gli anni della presidenza di Bill Clinton, il 42º presidente degli Stati Uniti d’America, e Monica Lewinsky inizia il suo tirocinio nel dipartimento interno della Casa Bianca. Ma non è solo l’ultima arrivata tra le stagiste no, lei è anche l’amante di Bill Clinton.

Lo scandalo e il “Caso Lewinsky”

Arrivata da poco alla Casa Bianca la giovanissima Monica Lewinsky inizia una relazione con Clinton. Di quel rapporto, la stagista, ne aveva fatto un segreto per tutti tranne che per Linda Tripp, sua amica e collega impiegata al Dipartimento della Difesa. Fu proprio quest’ultima che, dopo la notizia diffusa di un’altra relazione extraconiugale del presidente, iniziò a registrare le telefonate tra i due amanti.

All’inizio del 1988, infatti, Paula Jones accusò Bill Clinton di molestie sessuali nel periodo in cui questo era governatore dell’Arkansas. Fu allora che Linda Tripp, a conoscenza del legame tra il presidente e la Lewinsky, decise di consegnare i nastri relativi alle registrazioni delle loro telefonate. Oltre al tradimento da parte dell’amica, Monica si trovò presto a fare i conti con i giudizi e le critiche degli altri, che vedevano in lei il capro espiatorio dello scandalo.

La notizia si diffuse rapidamente nel Paese e in tutto il mondo, infiammando l’estate americana. Lo scandalo fu ribattezzato sexgate e “Caso Lewinsky” proprio in riferimento alla giovane amante del presidente.

Seppur in un primo momento Bill Clinton negò di avere avuto rapporti sessuali con la sua stagista, durante il processo, nell’agosto del 1988, il presidente ammise l’esistenza di quella relazione impropria. Dopo quelle dichiarazioni Monica Lewinsky divenne bersaglio della stampa, nonché capro espiatorio di chi voleva proteggere l’immagine del presidente americano.

A distanza di 25 anni dallo scandalo, la donna si è concessa in un’intervista a Vanity Fair raccontando tutte le cose che ha imparato in questo lungo periodo. “Commettere degli errori? Lo facciamo tutti. È inevitabile – ha dichiarato la Lewinsky – “Impariamo a padroneggiare l’arte dell’errore”.

E lei lo ha decisamente fatto. Dopo un primo periodo sotto i riflettori, durante il quale si è trasformata in un personaggio televisivo molto richiesto e ambito, e dopo aver scritto la propria autobiografia, Monica Lewinsky si è dedicata alla carriera da imprenditrice, tenendosi ben stretta la sua privacy. È anche un’attivista impegnata non solo a sostenere il MeToo, ma anche a contrastare il cyberbullismo, lo stesso che ha dovuto combattere quando si era trasformata nella pietra dello scandalo.

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