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Pierre Yovanovitch ha ideato la straordinaria scenografia del Rigoletto in scena a Basilea

© Paolo Abate

Pierre Yovanovitch ha realizzato un suo sogno. Il designer, da sempre appassionato di opera, ha progettato la scenografia del Rigoletto di Verdi al Teatro di Basilea in Svizzera. Contattato dal regista Vincent Huguet per lavorare sulle scenografie, Yovanovitch firma così la sua prima collaborazione ufficiale per il teatro lirico.

Ma da dove nasce  questa sua vocazione per la musica? Fino all’adolescenza, Pierre Yovanovitch suona il pianoforte e frequenta il Conservatorio di Nizza. A vent’anni scopre la lirica assistendo a un recital di Jessye Norman, che esegue le Vier letzte Lieder di Strauss alla Salle Pleyel. “Sono rimasto folgorato. Un vero e proprio choc estetico”! spiega il creativo. Yovanovitch si è quindi fatto una cultura operistica acquistando dischi e libri e assistendo a numerosi spettacoli, fra Parigi, Salisburgo e New York.

Oggi l’architetto, che ha iniziato la sua carriera con il couturier Pierre Cardin negli anni ‘90, ama soprattutto la musica del XX secolo. Ascolta Il castello di Barbablù di Bartók, La Voix humaine di Poulenc e opere di Strauss come Salome, Elektra e Il cavaliere della rosa. “Preferisco opere brevi con dalla forte intensità drammatica”. Abbiamo incontrato l’interior designer noto per la sua estetica haute couture.

© Paolo Abate

© Paolo Abate

Pierre Yovanovitch racconta il suo progetto

AD: Ci parli del processo creativo della scenografia

Pierre Yovanovitch: “Ho cercato di capire l’opera leggendo il dramma Il re si diverte di Victor Hugo, a cui Verdi si era ispirato, e riascoltando la sua musica. Ho avuto subito un’intuizione su quello che volevo fare. Su questa base, abbiamo lavorato con il mio team per definire un concetto che Vincent Huguet ha accettato, per poi sviluppare i dettagli e metterli a punto con lui e il team del Teatro di Basilea. Tutto è filato liscio. Una volta costruito il set, ho assistito alle prove e con Vincent abbiamo studiato l’illuminazione e alcune angolazioni. È emozionante vedere quello che il regista fa con il set: rispetta il concetto, ma lo può anche stravolgere per esprimere le sue idee”.

© Paolo Abate

Quali idee voleva trasmettere attraverso questa scenografia?

“La scenografia, incentrata sulla forza del destino e sulla tragica storia del personaggio di Rigoletto e di sua figlia Gilda, è un dispositivo semplice e suggestivo. Sul palcoscenico ci sono pareti sovrapposte e curve che si chiudono gradualmente sui personaggi a mano a mano che la trama si sviluppa e la maledizione si compie. Ho progettato un set spoglio perché queste anime travagliate, queste anime tormentate potessero trovare il loro posto”.

© Paolo Abate

Era abituato a lavorare su questo tipo di progetto? 

“Questo tipo di progetto mi appartiene, e mi permette di ampliare le possibilità di ciò che mi piace fare: mettermi al servizio di un’opera. Mi piace la musica quando è difficile e drammatica, mentre nel mio lavoro di architetto cerco di creare ambienti tranquilli in cui ci si senta in pace. Nell’opera, tutto contribuisce a raccontare una storia. Cerco di fare la stessa cosa in ogni mio progetto: cercare un filo conduttore per delineare una storia e stimolare l’incontro tra un luogo e un cliente”.

Articolo pubblicato su AD Francia, adattato da Paola Corazza.

© Paolo Abate

© Matthias Baus

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