Si è chiuso con l’assoluzione di Antonio e Luca Percassi il processo “Fuorigioco” che vedeva tra gli indagati anche l’Atalanta e i suoi dirigenti, dopo quasi sette anni dall’apertura dell’inchiesta.
Nel mirino degli inquirenti della procura di Napoli c’erano delle presunte false fatturazioni per operazioni inesistenti realizzate tra il 2009 e il 2019. A novembre presidente e amministratore delegato nerazzurri erano stati rinviati a giudizio.
“In merito alla vicenda riguardante il processo in corso a Napoli”, aveva affermato la società sui propri canali lo scorso 4 novembre 2022 spiegando la vicenda, “Atalanta BC Spa informa che la contestazione rivoltale riguarda la contabilizzazione da parte del Club di due fatture emesse nel 2012 e 2013, per un ammontare complessivo di IVA pari a € 10.500 (diecimilacinquecento euro)”.
“La totale correttezza del comportamento di Atalanta BC Spa è stata confermata da tutte le Commissioni Tributarie che si sono già occupate di questa vicenda, commissioni che non hanno perseguito in alcun modo la Società. Atalanta BC Spa ed i suoi dirigenti confidano nella magistratura chiamata a decidere in merito alla vicenda”.
Giovedì (2 marzo) è arrivata anche l’assoluzione definitiva: “Finalmente, dopo tanti anni, una sentenza che chiarisce definitivamente la bontà dei comportamenti di Atalanta”, ha affermato all’Ansa Antonio Percassi.
Assolti anche tutti gli altri presidenti indagati, da De Laurentiis (Napoli) a Lotito (Lazio), l’amministratore delegato oggi al Monza e allora del Milan Adriano Galliani e altri ex dirigenti di Serie A. Una sola condanna, di un anno, per Alessandro Moggi, figlio di Luciano.
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