Federica Epis, 38 anni. Laureata in Storia dell’Arte, fa politica da 20 anni: è stata segretaria della sezione della Lega di Orzinuovi, è attualmente assessore al Bilancio. Nell’ultima legislatura lombarda è stata componente in due commissioni: l’VIII Agricoltura, montagna, foreste e parchi e la VII Cultura, turismo, sport e giovani.
«Federica Epis, trentotto anni, venti dei quali trascorsi in politica». Si presenta così la consigliera regionale uscente della Lega, assessore con delega al Bilancio nel comune di Orzinuovi, che ha trascorso gli ultimi cinque anni a Palazzo Lombardia, componente di due commissioni: l’VIII Agricoltura, montagna, foreste e parchi, e la VII Cultura, turismo, sport e giovani.
L’età per Epis è un cruccio e ci tiene a spiegare perché: «Mi preme molto sottolineare quanti anni ho, perché molti credono sia più giovane». Un messaggio rivolto ai suoi sostenitori ma anche rivolto al movimento leghista, probabilmente, dettato da un desiderio di poter contare di più e dalla certezza di avere l’esperienza giusta magari per ricoprire ruoli di maggiore responsabilità già nella prossima legislatura regionale lombarda. Del resto, le sue ambizioni Federica Epis non le nasconde: «Dopo essermi occupata di territorio e turismo, mi piacerebbe rivolgere il mio tempo e le mie energie per affrontare i problemi della sanità lombarda».
Che esperienze ha alle spalle?
Prima di essere eletta in Regione, sono stata segretario di sezione della Lega a Orzinuovi e, mentre facevo altri lavori per mantenermi, avevo delle collaborazioni importanti con alcuni consiglieri del Carroccio al Pirellone. Ho dedicato la mia vita alla politica, alla Lega, all’amministrazione, con una lunga esperienza nel settore legislativo.
Di cosa si è occupata in questi cinque anni da consigliera regionale?
In particolare, del territorio della provincia bresciana: fiumi, laghi, montagna, pianura, Franciacorta. Ho dedicato il mio impegno per reperire fondi da portare sul territorio e sviluppare progetti, favorendo la sinergia tra tutti gli enti coinvolti: Comuni, Comunità Montane, Enti parco. Abbiamo sviluppato progetti importanti per ampliare la ricettività e l’attrattività del territorio bresciano nella sua completezza.
Che tipo di interventi ha realizzato?
I maggiori obiettivi che abbiamo raggiunto sono stati il consolidamento, la riqualificazione e la costruzione da zero delle vie ciclopedonali, che spesso corrispondono alle «vie del gusto», per migliorare il turismo di luoghi che attraggono anche gli sportivi, i ciclisti, i pescatori e le famiglie. Ci siamo occupati di sviluppare le piste ciclopedonali e riqualificare i siti turistici e storici che gravitano vicino a questi percorsi.
E un lavoro che vorrebbe portare avanti?
Vorrei continuare a impegnarmi con i sindaci per sviluppare progetti di ampio respiro sovracomunale, ma ho anche altre ambizioni. Vorrei iniziare ad approcciarmi in modo più concreto alle questioni sociosanitarie. Ho consolidato maturità e ottime conoscenze nei settori che ho già seguito. Vorrei per questo ampliare il mio spazio di azione su altre questioni. Questo è un impegno che mi prendo per il futuro.
Vorrebbe occuparsi d’altro, quindi?
Sì. Vorrei occuparmi anche di sanità con un occhio di riguardo in particolare ai problemi che hanno i medici di base, i volontari delle ambulanze o le varie professionalità che lavorano all’interno dei nostri ospedali. Vorrei conoscere a fondo e seguire da vicino i problemi dei lavoratori che operano nel sistema sanitario. Contatterò i vari ordini per rispondere alle loro esigenze.
Che cosa si aspetta da queste elezioni?
Certamente un grande risultato per Attilio Fontana. Ma mi aspetto un ottimo risultato anche per la mia candidatura perché sono sul territorio da sempre e riscontro, in particolare, in questo periodo buone sensazioni nel confronto con le persone che incontro ogni giorno. Se guardo al prossimo futuro, serve un impegno per uscire con più forza dalla grande crisi causata dal Covid. Il Paese, la Lombardia e Brescia si sono rimessi in moto dopo la pandemia, ma le conseguenze in tutti i settori si vedono e sono palpabili. Lo sforzo più grande che serve, quindi, è quello di rispondere alle esigenze delle persone e dei territori in questa fase transitoria per lasciarsi alle spalle la crisi burocratica, amministrativa, economica e sociale ereditata dalla pandemia. E la Lombardia ha capacità e forza per riuscirci.