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Sanremo 2023, Levante: il compagno, la figlia e la depressione post-partum

«Il periodo che segue il parto è molto complicato per noi donne: non puoi essere triste perché hai avuto la fortuna di dare la vita, eppure devi fare i conti con un corpo che non è più tuo. Che è diventato casa». Claudia Lagona, per tutti Levante, lo scorso anno ha attraversato mesi difficili, subito dopo aver messo al mondo la sua prima figlia, Alma Futura, nata il 13 febbraio 2022. «Oscillavo tra la gioia di tenerla finalmente tra le mie braccia e la tristezza di non averla più con me».

È la depressione post-partum, «di cui si parla ancora in maniera troppo superficiale», ha detto la cantautrice a L’Espresso. «È ancora un tabù, come se il senso di colpa prevalesse sul dolore». Proprio in quei giorni di «buio totale», ha scritto Vivo, il brano che porta al Festival di Sanremo 2023. «Avevo bisogno di rimettermi a scrivere e a suonare», ha raccontato a Grazia, «Mi sentivo bloccata in un ruolo speciale, quello di madre, ma non mi bastava. Volevo sentirmi utile per me stessa».

Ad aiutarla ad oltrepassare il tunnel ci ha pensato Pietro Palumbo, suo compagno da circa tre anni, un avvocato siciliano completamente fuori dal mondo dello spettacolo. «Ha avuto la pazienza di accompagnarmi verso l’uscita, ha parlato al momento giusto», ha sottolineato Levante, classe 1987, parlando con D. «È il genitore migliore, dividere il ruolo con lui diventa semplice, non ha bisogno di dimostrare la sua mascolinità. Non è l’opposto al mio femminile, non ha un ruolo sessista».

Prima di lui, dal 2015 al 2017, è stata sposata con Simone Cogo, polistrumentista dei The Bloody Beetroots. Poi nella sua vita è arrivato Antonio Diodato, che è rimasto al suo fianco per circa due anni. Pochi mesi prima di Sanremo 2020, il nuovo amore: «Un grande colpo di fortuna», ha rivelato a Radio Deejay. Una sera che ero arrabbiatissima, un mio amico mi propose di uscire a cena, ma si era scordato che aveva un compleanno. Così andai con lui, trovandomi a tavola con questo Dio siciliano».

Stessa terra, lati diversi: da Catania, lei, a Palermo, lui. «Purtroppo dice arancina e non arancino, siamo agli opposti». Ma solo geograficamente: «È bello essere innamorati, perché è come giocare lo stesso sport. Altrimenti diventa faticoso, e l’amore non deve essere faticoso».

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