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Zonin1821: meno volumi, più valore. Il fatturato sfiora i 200 mln €

Qualche bottiglia in meno, un po’ più di fatturato, una maggiore profittabilità e una nuova immagine per accelerare il passo. Questi sono i quattro pilastri di Zonin1821, che ha chiuso il suo 2022 fiscale con un fatturato da 199,95 milioni di euro, solo un poco più alto di quello 2021, 198,5 milioni, ma ottenuto con 50 milioni di bottiglie, contro le 58 milioni dei dodici mesi precedenti.

A trainare i volumi del gruppo è stato, come di consueto, il valore delle esportazioni, che valgono l’85% del totale, e che vedono gli Stati Uniti quale riferimento con il 30% delle quote. Piazza che a inizio 2023 ha visto un ulteriore sviluppo grazie alla partnership distributiva con Rndc. Tornando ai mercati, la seconda meta prediletta continua a essere il Regno Unito con il 20%, terza l’Italia con il 15%, mentre le crescite più importanti sono state registrate in Australia, Medio Oriente, Giappone e Svizzera.

Per Pietro Mattioni, amministratore delegato del gruppo veneto: “Pur considerando l’instabilità dei mercati internazionali e l’aumento dei costi, energetici e dei materiali secchi, abbiamo raggiunto risultati importanti, in tutti i canali, a livello globale grazie al valore dei brand in portfolio, all’implementazione di nuove strategie di branding e al rafforzamento delle partnership distributive nei mercati chiave”.

“Oltre ai circa 200 milioni di fatturato – prosegue l’AD – abbiamo registrato una crescita della nostra profittabilità continuando con successo il percorso di premiumizzazione e riposizionamento dei brand in portfolio”.

Mentre per quel che riguarda l’anno appena iniziato, ha chiuso Mattioni: “Abbiamo come obiettivo quello di continuare questo trend rafforzando la nostra presenza nei mercati internazionali e proseguendo con il branding delle nostre Tenute: un asset sempre più importante per la crescita del business”. Così, dopo Zonin, Castello di Albola e Ca’ Bolani, nel 2023 a evolversi sarà l’immagine di Masseria Altemura.

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