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Benvenuti nel lussureggiante universo di cartone di Eva Jospin

Eva Jospin non ha più bisogno di presentazioni. Da oltre dieci anni, questo talento, uscito dall’École des Beaux-Arts di Parigi, ha fatto del cartone alveolato e dello scalpello la sua firma di successo. Negli ultimi due anni, l’ex borsista di Villa Medici a Roma ha presentato al Musée de la Chasse et de la Nature di Parigi Galleria, la sua incredibile foresta di carta concepita come un monumentale «gabinetto delle meraviglie» rinascimentale. Ha esposto anche al Musée des Impressionnismes a Giverny, è intervenuta a Les Franciscaines di Deauville e ha vestito con sontuose scenografie alcune sfilate di Dior. Per il défilé della Haute Couture autunno-inverno 2021-2022 ha presentato la sua Chambre de Soie (Camera di seta) composta da enormi ricami. Ispirati a quelli indiani dell’omonima sala di Palazzo Colonna a Roma, sono stati realizzati in collaborazione con la scuola di artigianato di Chanakya, a Mumbai.

Eva Jospin dà gli ultimi ritocchi a Nymphées, opera monumentale e poetica che ha fatto da scenografia alla sfilata Dior Haute Couture primavera-estate 2023. La designer sta levigando gli ultimi bordi grezzi degli strati di cartone impilati l’uno sull’altro, trasformandoli in gigantesche grotte di un altro mondo.Sophie Carre

In ogni caso quest’orafa del cartone non ha smesso di accumulare, tagliare, incollare, cesellare o levigare il suo materiale preferito nel suo studio parigino. Con un gesto paziente, ripetitivo e minuzioso, ne sonda la profondità, le numerose prospettive e l’attitudine alla metamorfosi. «Il cartone è libertà», spiega Jospin, «è come la matita ma ricondotta alla scultura. Desacralizzato, pratico, autorizza gli errori e mi ha permesso di creare opere su scala monumentale», prosegue l’artista. Tuttavia, da qualche anno, Eva Jospin esplora anche altri materiali e supporti.

Con fili di lino, seta, ottone o carta giapponese, quest’artista appassionata del lavoro di cesello dà vita a opere molto diverse tra loro, in cui la memoria del luogo prescelto si mescola con ninfee, architetture gotiche, palladiane, ma anche abissi o foreste oscure. Insomma, una sequela di paesaggi utopici, ispirati ai “capricci” del XVIII secolo, composti di vestigia, strati geologici e vegetali di un altro mondo. 

Nel laboratorio parigino di Eva Jospin, le scatole impilate sono pronte per essere lavorate per il progetto Carte Blanche Ruinart 2023. Il CarmontelleFlavien Prioreau

Promenade(s), la mostra ideata per il progetto artistico di Ruinart Carte Blanche in cui Jospin ha avuto, appunto, carta bianca, propone più di venti opere al contempo autonome e collegate tra loro, che traducono tutto il virtuosismo delle sue pratiche, nutrite dalle visite in situ alla maison. Per prima cosa, innamorata dei giardini meravigliosi, Jospin ha immaginato un’opera alla Carmontelle, ispirata ai «paesaggi trasparenti» del pittore, architetto e paesaggista Louis Carrogis, precursore del cinema nel ’700. Questo fantastico panorama animato svolge meccanicamente il suo disegno traforato, rivelando paesaggi suggeriti in particolare dai vigneti della Champagne e dal sottobosco circostante, a cui l’artista ha associato grotte, capricci botanici e altri motivi ricorrenti nel suo corpus. 

Anche altre suggestive opere appartenenti a questo corpus creato ad hoc sono un inno alla fantasia. Ispirate ai simboli del compagnonaggio, incredibili sculture dallo spirito neoromantico, composte tra le altre cose di rovine in miniatura, “folies” appese a stupefacenti stalattiti, invitano a perdersi nei loro meandri. A questo si aggiungono due video che animano la foresta e lo scenario del Carmontelle, una serie di disegni a inchiostro di china e un’opera in cemento, esposta all’esterno. Ed ecco che queste mirabilia in versione XXI secolo firmano un ritratto tridimensionale, come la visione della maison, dei suoi terroir e del suo know-how. L’architettura delle crayères (le cave di gesso dove si conserva lo Champagne), quella della montagna di Reims, i tralci e i filari di viti hanno ispirato a Eva Jospin una moltitudine di forme intrecciate, in un gioco sfuggente di temporalità, di circolazioni, di prospettive invertite e di confusione delle materie.

Il dispositivo, ispirato ai paesaggi trasparenti dello scenografo del ’700, presenta un decoro traforato che si dispiega con l’aiuto di una maniglia.Flavien Prioreau

Vincitrice nel 2023 del premio Art Eco-Conception dell’associazione Art of Change 21, sostenuto dalla maison Ruinart, Eva Jospin è una narratrice con un mondo fantastico infinito a cui ispirarsi. Precisa e preziosa, la sua mano, messa al servizio dei suoi miti, produce instancabilmente opere-gioiello che affascinano e pongono costanti interrogativi.

Eva Jospin.Flavien Prioreau

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