BOLOGNA, 09 GEN – La famiglia di Biagio Carabellò ha depositato l’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura di Bologna. L’operaio era scomparso nel 2015 a 46 anni e i suoi resti sono stati trovati il 23 marzo 2021 in un’area verde vicino nella zona del Parco Nord, in periferia.
La Procura aveva aperto un fascicolo per omicidio e due persone sono indagate, l’ex coinquilino di Biagio e una donna, che ereditò i beni della compagna, grazie a un testamento che poi si rivelò falso.
Dopo il ritrovamento del cadavere era stata disposta una perizia per confermare l’identità e accertare le cause della morte e la conclusione è stata che il motivo del decesso non è determinabile. Secondo la Procura le indagini non hanno consentito di raggiungere un quadro probatorio sufficiente a carico degli indagati.
Ma i familiari di Carabellò, assistiti dall’avvocato Barbar Iannuccelli, si oppongono all’archiviazione: “Vogliamo che un giudice terzo valuti con serenità tutti gli elementi oggettivi presenti in tutti questi anni di indagine – dice l’avvocato – Se la morte di un uomo ritrovato cadavere in un fosso a Parco Nord di Bologna deve rimanere inspiegabile, il problema rimane in capo a tutti noi”.
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