TEL AVIV, 11 MAR – Circa 250mila manifestanti stanno protestando in 95 luoghi di Israele contro la riforma giudiziaria del governo di destra di Benyamin Netanyahu. Solo a Tel Aviv – secondo stime dei media – sono circa 150mila e a Haifa, nel nord del Paese, 50mila.
Gli organizzatori hanno già preannunciato una nuova protesta nazionale – ‘Giorno di resistenza crescente’ – per giovedì prossimo quando il premier Benyamin Netanyahu dovrebbe partire per Berlino. L’intenzione è quella di replicare quanto accaduto giovedì scorso quando il primo ministro è volato a Roma per l’incontro con Giorgia Meloni.
“Questa è una delle settimane più critiche nella salvaguardia della democrazia israeliana”, hanno detto gli organizzatori delle proteste riferendosi al fatto che il governo – nonostante tutti gli appelli al confronto, in particolare del presidente Isaac Herzog – intende accelerare alla Knesset l’approvazione della riforma e la limitazione dei poteri della Corte Suprema.
Come sempre lo slogan più gridato nelle manifestazioni è stato ‘Democrazia’ e ‘Vergogna’ indirizzato al governo.
Il capo dell’opposizione Yair Lapid nei giorni scorsi ha lanciato l’idea che la Dichiarazione di Indipendenza di Israele del 1948 diventi l’articolo 1 di una Carta costituzionale che manca nel Paese. Intanto il capo della polizia Kobi Shabtay ha ammesso di aver compiuto un “errore” nel licenziare giovedì scorso – su pressione del ministro della Sicurezza nazionale, il controverso Itamar Ben Gvir (Potenza ebraica) – il comandante della polizia di Tel Aviv Amichai Eshed per non aver saputo controllare le proteste anti riforma di quel giorno.
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