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JR, l’artista che ha rivoluzionato i codici della street art, si racconta in esclusiva per AD

JR lartista che ha rivoluzionato i codici della street art si racconta in esclusiva per AD

JR, Déplacé-e-s, Torino, © JR.

A Torino, alle Gallerie d’Italia, va in scena la prima personale in Italia di JR, l’artista francese che con la sua tecnica del collage fotografico continua a sorprendere, tra monumentali installazioni di arte pubblica site specific, messaggi di inclusività e un grande impegno sociale. AD lo ha intervistato in esclusiva.

JR, un artista e il suo impegno sociale

“Quando parlo di “speranza” non intendo la speranza per qualcosa in particolare. Voglio dire semplicemente che vale la pena di tenere gli occhi aperti”: lo ha scritto Maggie Nelson e lo sa bene JR, l’artista che ha rivoluzionato i codici della Street Art nel segno dell’inclusione e della condivisione. A Torino, alle Gallerie d’Italia, è arrivato per la sua prima mostra in uno spazio istituzionale, dove ora propone “Déplacé∙e∙s” (fino al 16 luglio, a cura di Arturo Galansino), progetto che unisce fotografia, arte pubblica e impegno sociale. Dalle favelas brasiliane alla piramide del Louvre fino alle piramidi egiziane, dal confine tra Israele e Palestina a quello tra Messico e Stati Uniti: partito dalla banlieue parigina oltre vent’anni fa, JR porta la sua arte in tutto il mondo con interventi di Public Art che attivano la partecipazione di intere comunità. E, lo ricordiamo, ha fatto sentire la sua voce anche durante la pandemia, con un’opera, apparsa sul muro di un cortile “segreto” di Parigi è stata l’immagine di copertina di Vanity Fair: (20 maggio 2020), raffigura il creazione di Adamo, ed è un inno alla speranza, alla resilienza, alla fiducia nel futuro. Jean-René, in arte JR, racconta – e rivive – il suo progetto.

JR, photo Andrea Guermani, courtesy Gallerie d’Italia, Torino.

Andrea Guermani

Il progetto – con gli occhi della speranza

Più di 100 milioni: è il numero di persone che nel 2022, è stata costretta a fuggire dal luogo in cui viveva a causa di guerre, violenza, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. È ciò che accade da decenni in molti paesi dell’Africa, del Medio Oriente, del Sud America e alle porte dell’Europa. A ciò si è aggiunta la Guerra in Ucraina, che ha scatenato il più improvviso esodo forzato dalla Seconda Guerra Mondiale. «Quando ho iniziato il mio percorso – anch’io sono un immigrato di seconda generazione – l’emigrazione era un argomento che mi aveva sempre toccato, interessato. È così che ho scoperto di avere una ragione profonda per viaggiare veramente: fino ad allora non era accaduto. Avevo tutto il tempo per esplorare e conoscere da vicino situazioni che conoscevo poco».

JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

«Così ho deciso di andare in Medio Oriente, in Israele e in Palestina, e lì ho incontrato diverse comunità. La stessa cosa è accaduta negli altri paesi in cui sono stato», racconta JR. «Mi sono reso conto, durante i miei viaggi, che le donne erano il vero pilastro del sistema sociale, ma che era con gli uomini che dovevo negoziare per ottenere i miei spazi e affermare ciò che intendevo fare. Durante i conflitti, nei posti dove sono andato, le donne sono sempre le prime vittime. Ho continuato il mio lavoro ponendomi domande sempre diverse sullo stile di vita e le abitudini di quella gente lontana. Quindi ho cominciato a interrogarmi, con un altro punto di vista, anche su Ellis Island e anche su molti altri luoghi simili in ogni parte del mondo, anche in Europa, non solo negli Stati Uniti. Questo fino a quando non sono riuscito a coinvolgere un buon numero di persone appartenenti a diverse comunità, tutte importanti per il mio lavoro».

JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

Arte come impegno sociale

Se i temi di scottante attualità fanno da sempre parte dell’indagine di JR, è nel 2022 che prende avvio “Déplacé∙e∙s”: alcuni tra i protagonisti si chiamano Valeriia, Thierry, Andiara, Angel, Jamal… I loro volti appaiono su teloni monumentali, con l’idea di restituire un’identità a chi ne è privato. Sono bambini, e JR li ritrae con il corpo proteso in avanti, con un sorriso ribelle e l’aura della gioventù. È la loro forza vitale a sfidare i tormenti dell’esilio. «Perché il cuore di questo progetto è proprio l’idea di riunire le persone fra loro, centinaia o migliaia di persone che si riuniscono per dare vita alle immagini, immagini in movimento, che assomigliano a una trottola che gira e che all’improvviso emana una luce tutto intorno».

JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

«È andata così in Ucraina, in Mauritania e Ruanda, in Colombia, in Grecia, tutti contesti molto diversi fra loro, differenti. Però con un denominatore comune: porre l’accento su questi bambini che improvvisamente cambiano la loro vita accorgendosi di ciò che sta accadendo intorno a loro. Sono bambini che conservano comunque quella leggerezza che ogni bambino deve sempre coltivare dentro sé», prosegue l’artista francese.

JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

Non solo. «Per realizzare il mio progetto ho visitato luoghi di cui non avevo mai sentito parlare, ho dovuto compiere ricerche e capire dove si trovavano. Avevo comunque un motivo per fare tutto questo. Le location avrebbero potuto essere molte di più ma a un certo punto era necessario operare una scelta. Tutto è stato sempre bene accolto, sempre. Perché una comunità si rende conto dell’impatto che tutto questo può avere sulla propria vita sociale ma anche altrove. Perché le persone sono consapevoli di quello che fanno, comprendono che è qualcosa di speciale, qualcosa che varcherà i confini della loro terra e viaggerà».

JR, Déplacé-e-s, Torino, © JR.

In mostra – un altro futuro è possibile

Una scalinata monumentale si trasforma grazie a un trompe l’oeil che ci restituisce un’immagine anamorfica: da qui accediamo al mondo creativo di JR. La mostra prosegue nelle sale ipogee, in cui attraverso video, fotografie, sculture in legno, si snoda l’allestimento di grandi teli che raffigurano i bambini che JR ha incontrato nei campi profughi disseminati dal Ruanda alla Grecia. «Già dieci anni fa l’antropologo Michel Agier deplorava quella mancanza di “notorietà” dei rifugiati e degli sfollati che suggella la loro esclusione dalla società. Hannah Arendt definiva questa emarginazione dei rifugiati come morte sociale.

JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

Penso che vi sia l’urgenza di rendere noti i campi; tutti i tipi di campi. Ecco l’ambientazione di questa mostra». Con le sue “azioni” di Public Art (presenti anche in una sala immersiva con una video-installazione ad hoc), JR ci fa rivivere i suoi viaggi. Per non dimenticare. E mettere in tensione i confini tra visibile e invisibile, nonché resistere alla banalizzazione degli sguardi. «In fondo si tratta di una storia che nasce per essere condivisa, anche se in un modo diverso a seconda di chi la interpreta e la vive», conclude JR.

  • JR, Déplacé-e-s, Torino, Behind the scene © JR.

  • JR, Déplacé-e-s, Jamal, 2022 © JR.

  • JR, Déplacé-e-s, Pic Nic, Ajara, Mauritania, 2022 © JR.

  • JR, Déplacé-e-s, Valeriia, Venezia, 2022 © JR.

  • JR, Déplacé-e-s, Pic Nic, Thierry, Mugombwa, 2022 © JR.

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