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Le piscine Tournesol in Francia, astronavi pop degli anni ’70

In origine erano le “mille piscine”

Piscine Tournesol, una storia francese.  Molti bambini cresciuti fuori Parigi ricordano la piscina Tournesol (girasole, in francese) della città vicina. Il motivo per cui questo ricordo è così diffuso è che tra gli anni ‘60 e ‘80 sono state costruite 183 piscine di questo tipo in tutta la nazione. Questo progetto, con la sua architettura stravagante, sembra oggi quasi incongruo. Tuttavia, si tratta del progetto “mille piscine”, lanciato dal governo francese nel 1969: un’ambiziosa operazione politica del generale de Gaulle che mirava a rendere più accessibile il nuoto, dopo il fiasco francese ai Giochi Olimpici del 1968, collocando impianti comunali in tutto il Paese.

Nel 1969 fu quindi indetta una gara d’appalto  per la progettazione di piscine industrializzate in tutta la Francia: “La proposta doveva essere innovativa, economica e facilmente riproducibile”, spiegano dalla Cité de l’Architecture et du Patrimoine, che alle piscine di Tournesol ha dedicato parte della sua collezione permanente. La scelta è caduta sull’ingegnosa proposta dell’architetto Bertrand Schoeller: una piscina coperta da una volta di plastica, che in estate si apre e si trasforma in una piscina all’aperto (da qui il nome) grazie a un perno centrale. Il risultato è una forma futuristica, sembra un disco volante appena atterrato, una sorta di fungo dalle mille finestre che lasciano entrare la luce. Questo sarà il progetto principale della carriera di Bernard Schoeller: una costruzione prefabbricata, duplicata 183 volte, con materiali e colori diversi a seconda delle località.

L’interno della piscina comunale di Blois nel 1976.

© Archives municipales de Blois

Per quasi vent’anni, i comuni francesi furono dotati di piscine Tournesol. Bar-sur-Aube, Barlin, Caudry, Châtelaillon (e persino Larochette in Lussemburgo)… Tanti nomi di comuni per un progetto che alla fine non ebbe molto successo – solo 183 delle 250 previste furono costruite dallo Stato – ma la cui risonanza architettonica attraversa i decenni, e trova un suo pubblico persino su Instagram.

Un’estetica molto instagrammabile

L’account di Instagram @laffairetournesol è dedicato alle piscine di Bernard Schoeller. Dal 2016, il proprietario dell’account sta girando la Francia per ritrovare i resti di questa operazione, emblematica dei grandi progetti di strutture pubbliche degli anni ‘60-‘80, un periodo di massiccio decentramento e, appunto, di prefabbricazione nell’architettura.

Giallo, rosso, blu, ciascuna ha il suo colore. In un momento in cui l’estetica degli anni Settanta sta tornando in auge, il look pop delle piscine Tournesol, realizzate interamente in plastica, è affascinante: si potrebbe quasi immaginare di vederle in un film di Wes Anderson.

L’eredità delle piscine Tournesol

Ma cosa ne è stato di queste 183 cupole leggendarie, alcune delle quali possono addirittura vantarsi di aver visto il debutto dei grandi nuotatori francesi Laure Manaudou o Alain Bernard? Il problema principale di questi edifici prefabbricati è la loro durata nel tempo: la rapida usura di materiali economici come la plastica, l’estetica obsoleta, il progetto poco sostenibile… Dagli anni 2000, le piscine Tournesol, troppo costose per i comuni, sono cadute in disuso. Così, molte sono state smantellate, alcune sono state riconvertite (come quella di Agde, trasformata in palestra) e alcune centinaia sono state mantenute.

La piscina comunale di Blois, ristrutturata da Arcos Architecture.

Nicolas Wietrich

Se alcune piscine Tournesol sono state insignite del titolo di patrimonio architettonico del XX secolo (come quella di Carros-le-Neuf, vicino a Marsiglia), poche hanno avuto la possibilità di essere restaurate. È il caso della piscina di Blois, per cui lo studio di architettura Arcos ha aggiunto un ampliamento e sostituito la copertura a cupola con una più moderna struttura metallica.

Quella di Lingolsheim, vicino a Strasburgo, ha beneficiato di una vasta ristrutturazione da parte dello studio Urbane Kultur, che ha deciso di rivisitare l’estetica antiquata della sua costruzione originale per trasformarla in uno spazio decisamente contemporaneo, utilizzando materiali molto più solidi e durevoli, usando una tecnologia più moderna in termini di isolamento e luce.

La piscina di Abrets-en-Dauphiné, ristrutturata dallo studio Z Architecture.Z Architecture

Infine, la piscina di Abrets-en-Dauphiné, nell’Isère, è stata ristrutturata dallo studio Z Architecture. Pur conservando la struttura originale della sua iconica cupola, la piscina è ora valorizzata da un nuovo rivestimento in zinco bianco, insieme a un ampliamento dalle linee sobrie. Anche in questo caso sono stati aggiunti materiali più solidi per consentire una maggiore durata dello spazio, in particolare nelle piscine, oltre a un’estensione con una spa e nuovi locali. Il tutto, con un nuovo approccio volto alla sostenibilità energetica.

Articolo pubblicato su AD Francia, adattato da Paola Corazza.

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