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Olio e riso spingono l’export dei distretti agroalimentari

Le industrie alimentari e delle bevande trainano l’export dei distretti agroalimentari italiani. Il comparto, nei nove mesi al 30 settembre 2022, ha infatti messo a segno una crescita del 19% a fronte di un indice dei prezzi sui mercati esteri che, nello stesso periodo, ha registrato un aumento del 10,5 per cento. Di contro, il comparto che raccoglie agricoltura, silvicoltura e pesca, ha registrato un timido +4 per cento.

Nel complesso, secondo l’ultimo monitor di Intesa SanPaolo, le esportazioni dei distretti agroalimentari italiani sono aumentate a valori correnti del 14,1%, arrivando a sfiorare i 19 miliardi di euro. I distretti rappresentano il 44% delle esportazioni agroalimentari nazionali complessive, che nel periodo hanno messo a segno un +16,7 per cento.

Guardando i singoli distretti, quelli del vino ricoprono il primo posto per valori esportati, pari a 4,9 miliardi (+11,7 per cento). Scendendo nel dettaglio, il maggior contributo viene dal Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (+28,1% tendenziale), realizzato in particolare verso Stati Uniti (+27,1%), Germania (+36,8%) e Francia (+62,4 per cento). Riprendono a crescere anche le vendite verso il Regno Unito (+16,2%) pur restando sotto ancora di circa il 20% rispetto ai livelli del 2019.

Pasta e dolci, che rappresentano la seconda filiera dopo il vino, superano i 3 miliardi di euro (+21,6 per cento). Tutti i distretti appartenenti alla categoria hanno registrato incrementi delle esportazioni a due cifre nei primi nove mesi del 2022 tra cui si distinguono i comparti dell’Alimentare di Parma (+20,9%) e dell’Alimentare napoletano (+53 per cento).

Considerando però la sola crescita, è la filiera dell’olio a registrare l’accelerazione più alta pari al +31,4%, complice l’Olio toscano (+29,4%, pari a oltre +141 milioni) e l’Olio umbro (+36,1 per cento). “Da sottolineare – precisa la nota – come l’olio sia uno dei prodotti alimentari dove si sono registrati i maggiori incrementi di prezzo (+22% i prezzi alla produzione sui mercati esteri nel periodo gennaio-settembre 2022)”.

Seguono poi le performance del riso che ha realizzato un incremento di oltre 100 milioni (+26,8 per cento). Nello specifico, il Riso di Vercelli (+18,2%) è sempre più apprezzato sul mercato tedesco (+35,5%), francese (+12,7%) e britannico (+26,7%); mentre il Riso di Pavia conta 63 milioni in più distribuiti verso tutte le principali destinazioni commerciali. “Emergono comunque forti timori sulla tenuta della filiera – recita lo studio – dato il forte calo della raccolta indotto dalla siccità (-30% secondo Coldiretti)”.

Nei nove mesi si sono distinte anche le performance dei distretti del caffè (+21,8 per cento), e in particolare di Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+23%) per il quale il calo sul mercato russo (-32 milioni; -74%) è stato ampiamente compensato dai progressi in quelli tedesco (+38 milioni; +26,9%), francese (+33 milioni; +37,5%) e britannico (+10 milioni; +31,2 per cento). In forte aumento anche il Caffè di Trieste (+20,8%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+18,2 per cento).

Per quanto concerne i distretti agricoli, al +42,5% (pari a +144 milioni) dell’Ortofrutta del Barese, realizzato quasi interamente verso Algeria (+79 milioni) e Tunisia (+41 milioni), corrisponde un arretramento della Nocciola e frutta piemontese pari al -19,6%, soprattutto verso Germania (-28,3%) e Francia (-33,2 per cento). Allo stesso modo, anche le Mele del Trentino perdono terreno (-23 milioni, -24,9%) in particolare verso Spagna (-38,4%), Egitto (-31%) e Germania (-38,4 per cento). Il settore ortofrutticolo, infatti, “mostra segni di difficoltà dovuti sia agli aumenti dei costi di produzione che al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell’anno”, come si legge nello studio.

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