In bilico tra passato e futuro, il Kulm Hotel, posizionato nel punto più alto di St. Moritz, è un compendio di stili, design, icone che lo hanno scelto, trasformandolo in leggenda. La storia che ammalia, le novità che conquistano. Tra queste, la megasuite firmata Pierre-Yves Rochon.
St. Moritz: l’inizio di un’era leggendaria ad alta quota
Dal suo studiolo, accanto all’ingresso della Pensione Faller, Johannes Badrutt vede entrare e uscire i suoi numerosi clienti inglesi. Spesso arrivano a cavallo, i treni lassù non si inerpicano ancora. Nel 1855 il turismo qui a St. Moritz è tutto concentrato sulle vacanze estive: ci sono le acque termali, l’aria buona, i paesaggi tanto amati dagli artisti, che incorniciano le montagne in splendidi dipinti (Segantini in primis). E d’inverno? Perché non provare a soggiornare in Svizzera anche nei mesi più freddi? Badrutt ci prova, non ha nulla da perdere. A settembre del 1864 invita i suoi ospiti a tornare con la neve, perché “in Engadina il sole splende tutto l’anno”, apostrofa. Non solo: se al termine del soggiorno non fossero stati soddisfatti, avrebbe rimborsato loro le spese di viaggio. Così fece. Quando tornarono a casa entusiasti e abbronzati raccontando del loro inverno sui pattini, in slitta o a passeggio sotto splendenti cieli blu, iniziò il leggendario turismo invernale in Svizzera, che porterà con sé attività sportive e lancerà nuove discipline come il Bob, il Curling e il Cresta Run. Questa storia è ormai quasi mitica, ma è sempre bello ricordarla, perché è grazie alla lungimiranza di un imprenditore svizzero che St. Moritz è diventata quella che è.
Oggi quello studiolo c’è ancora, così come le pareti in legno e l’antica stufa che scaldava anche la camera da letto al piano superiore a cui si accede da una piccola scala a chiocciola. È diventato però l’ufficio del direttore di quello che si è trasformato nel Kulm Hotel di St. Moritz, una punta di diamante dell’hotellerie in Engadina. Alla reception dell’albergo si accede da una facciata monumentale in puro stile Wes Anderson che porta a una scalinata altrettanto scenografica.
Una finestra (da cartolina) sulla valle
Oggi il Kulm Hotel è una delle strutture migliori di St. Moritz, che da più di un secolo colleziona primati e record. Ecco perché soggiornare qui è un’esperienza di lusso senza paragoni. Entrando nella lobby, interamente decorata da Renzo Mongiardino nel 1993 con le sue caratteristiche decorazioni trompe l’oleil, si resta ammaliati dalla vista da cartolina sulle montagne circostanti e sul lago. L’Hotel è strategicamente posizionato nel punto più alto di St. Moritz.
A ogni angolo, a ogni passo, si percepisce ancora quel sapore da secolo scorso, mescolato all’eleganza più contemporanea. Un biglietto da visita, oltre che un pezzo di storia. I camerieri in livrea nel Grand Restaurant dai soffitti altissimi, gli arredi d’antan, le lunghe tende di broccato, le moquette dai motivi geometrici, le composizioni floreali: tutto qui evoca atmosfere d’altri tempi.
I comfort, quelli però sono ultramoderni. A partire dai servizi delle 121 camere e 43 suite, tutte rinnovate dall’architetto Pierre-Yves Rochon, designer d’interni francese che ha progettato hotel e ristoranti di lusso in tutto il mondo che ha dato un tocco unico agli ambienti grazie alle opere d’arte e all’inconfondibile stile alpino contemporaneo che si serve di materiali naturali come il larice e il granito. Senza dimenticare la gigantesca spa, il campo da golf, i 7 ristoranti. Dell’Hotel fa parte anche il famoso club Dracula, il Kulm Country Club con pista di pattinaggio accanto, riaperto nel 2017 a seguito di una ristrutturazione costata 12 milioni di franchi svizzeri e curata da Lord Norman Foster (qui potete gustare piatti di cucina contemporanea e internazionale). Anche il Grand Hotel Kronenhof, hotel 5 stelle a Pontresina, è della stessa proprietà (la famiglia Niarchos, che dal 1968, avvalendosi della guida di Heinz E. Hunkeler e di sua moglie Jenny, investe in un prezioso gioiello dell’hospitality).
Il restyling della megasuite: la novità di stagione
L’interno sparisce all’esterno e viceversa, senza più confini. L’effetto è di un indoor che sconfina nell’outdoor, grazie alle ampie finestre e ai due grandi balconi affacciati – in un dialogo costante – sul panorama della valle. Siamo trasportati nella montagna e nella natura circostante, anche se in in stanza. Per la precisione, si tratta della megasuite, la più grande del Kulm Hotel, che occupa una superficie di 176 mq. La Corvatsch Suite è la ex Suite Presidenziale, rinominata così in omaggio al maestoso panorama su cui affaccia: la vetta del Monte Corvatsch.
Per la ristrutturazione, curata sempre da Pierre- Yves Rochon – e che negli ultimi sette anni ha interessato numerose altre camere e suite – il Kulm Hotel ha giocato local, affidandosi soprattutto ad aziende e produttori del luogo, così da rafforzare il legame con le realtà regionali. Il risultato? Un restyling nel pieno rispetto della tradizionale accoglienza delle case dell’Engadina.
Protagonista degli ambienti è il pino cembro di provenienza locale, che crea subito un’atmosfera familiare e accogliente, ma mai antiquata. Il legno è protagonista anche di elementi moderni che si integrano alla perfezione con l’interior design dallo stile new alpine chic. L’imponente camino scalda ancora di più l’ambiente. Tra i complementi d’arredo, le poltrone sostenibili nella zona pranzo dal design anni ’70 di Patricia Urquiola per Cassina e le due poltrone in pelle di pecora Little Petra VB1 disegnate da Viggo Boesen. Al centro della suite c’è Noonu, il sistema di divani che Antonio Citterio ha disegnato per B&B Italia. Nella zona bagno, tutta realizzata con materiali locali come legno e pietra, spiccano i massicci lavabi in granito e gli elementi in quarzo di Valser.
Uno stile a tutto campo
Un lungo weekend (o meglio ancora una vacanza) nella montana e mondana St. Moritz, vale sempre la pena. Anche solo per respirare un po’ di aria buona nella natura. La piscina con vetrate vista monti a tutta altezza della spa del Kulm è un toccasana per qualsiasi problema. Disegnata dagli architetti svizzeri Rolf Som e Jo Brinkmann, la Spa (2mila metri quadri) offre i migliori trattamenti rilassanti e detossinanti. Dopo un bagno a mollo nella vasca idromassaggio esterna affacciata sulla valle, sarete come nuovi.
Per la cena, c’è l’imbarazzo della scelta: si può optare per la cucina peruviana del Sunny Bar con la chef Claudia Canessa, venuta direttamente da Lima. Da decenni, è stato il luogo d’incontro per i piloti coraggiosi del Cresta Run e di numerose personalità dell’alta società internazionale. Alle pareti: fotografie, coppe in ogni angolo, cimeli che raccontano una storia sportiva appassionata.
Se amate i grandi classici e un ambiente informale, c’è La Pizzeria, decorata nello stile di una trattoria tradizionale. Se invece volete una dinner experience a 360 gradi, c’è il The K by Mauro Colagreco (1 stella Michelin), intimo e raffinato ristorante gourmet con soli 40 coperti. La maestria e la sensibilità dello chef stellato Mauro nel mantenere il giusto equilibrio tra gusto e aromi, vi delizierà il palato. Dopo cena, il piacere continua degustando un whisky accompagnato da un sigaro nella Miles Davis Smokers Lounge. Un sofisticato salotto vista lago, un luogo d’incontro stylish con sedute in pelle, luci soffuse e tavolini bassi. Alle pareti, poster di musicisti jazz, attori, icone internazionali che – non è dato sapere – forse sono stati clienti di questo mitico hotel. D’altronde, tutto qui va oltre la leggenda.